Il duro mestiere dell’arbitro

Il famoso arbitro Lo Cascio, interpretato da Lando Buzzanca, era solito scappare a fine gare perché si dimenticava di fischiare la conclusione delle gare. Diversamente è accaduto nella suggestiva Chianti, terra famosa per il buon vino. Infatti durante la partita Chianti Nord-Avane gara valevole per il campionato di Terza Categoria, girone C della Toscana , il direttore di gioco oltre ad essere stato preso di mira dai soliti “vaffa” e dai cori poco decorosi del pubblico, ha dovuto guardarsi le spalle anche fuori dal green del piccolo stadio.

Dopo la partita due calciatori del Chianti, Marco Belli e Lorenzo Manetti scontenti ed infuriati, a loro giudizio penalizzati da un arbitraggio a sfavore, decidono di rendere cara la pelle al mal capitato fischietto. I due decidono di cambiar trama al famoso “arbitro” di Buzzanca e decidono di renderlo più adrenalinico: per oltre 13 km si cimentano in un inseguimento in macchina ai danni del povero ufficiale di gara. La caccia all’uomo si conclude con l’arrivo dei carabinieri, chiamati in causa dall’orami terrorizzata giacchetta nera. L’episodio si è concluso senza che potesse degenerare in un escalation di violenza, promessa fortunatamente non mantenuta dai due calciatori del Chianti che sono stati  squalificati fino al 30 luglio del 2012. Tutto è bene quel che finisce bene, ma ci chiediamo se il forte spavento sia la “giusta motivazione” per continuare in quello che è il lavoro meno gratificante del mondo.

Alessandro D’Auria

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