Napoli, adesso si può… anzi, si deve…

I tabù esistono per essere sfatati: dopo aver espugnato Genova su entrambe le sponde, un altro campo si veste finalmente di colore azzurro, uno di quelli che alla vigilia sembrava tra i più impenetrabili. Le due reti rifilate alla Roma segnano il passo del tempo, la consacrazione della squadra di Walter Mazzarri, se fossero ancora servite conferme. Il Napoli è lì, a tre punti da un Milan che nella gara interna pomeridiana col Parma era sembrato tanto dilagante quanto irragiungibile. In poche ore le distanze sono livellate e, dalla sfida a distanza, ne escono sicuramente meglio i partenopei, avendo espugnato un fortino come quello giallorosso.

I primi minuti di gara sembravano promettere solo tanta noia, con due squadre ingabbiate reciprocamente da centrocampisti di troppa quantità e poca creatività. Il primo affondo è di Mirko Vucinic al 15′ ma De Sanctis si fa trovare prontissimo attestando la sua encomiabile stagione. Il Napoli cresce e si rende pericoloso con due cross dalla targa argentina, con Lavezzi e Campagnaro che dalla destra cercano il tocco nel mezzo ma senza fortuna. Al 28′ Gargano prova a ricordarsi di annoverare tra le sue specialità i calci di punizione cercando l’amarcord proprio all’Olimpico ma Julio Sergio ribatte coi pugni. Il Napoli va negli spogliatoi con la consapevolezza di essere messo meglio fisicamente ma con la paura di non trovare il guizzo giusto che possa trasformare questa condizione in risultati e di incappare in qualche errore di immaturità contro una Roma molto spigolosa.

Bastano invece quattro minuti per deludere i più diffidenti: lancio di Lavezzi, Hamsik si infila tra i lenti difensori giallorossi e cade giù: Bergonzi concede il calcio di rigore. Dal dischetto Edinson Cavani fa tremare milioni di tifosi azzurri ma alla fine il pallone supera la linea di porta e si può esultare senza remore. La Roma è allo sbando, non reagisce e Ranieri non riesce a trovare la chiave tattica per cambiare l’incontro, amplificando uno dei suoi difetti più grandi da allenatore. Tra i giallorossi sembra credere alla rimonta solo il francese Menez ma un suo tiro si imbatte contro uno strepitoso De Sanctis e si spegne anche lui. E’ Lavezzi ad avere la palla dello 0-2 partendo sul filo del fuorigioco ma mancando di cinicità solo contro il portiere padrone di casa. L’appuntamento con il sigillo partenopeo è solo rinviato: all’83’ Cannavaro, dalla corsia destra, crossa e trova un tocco magico di Cavani, l’ennesimo di questa stagione che lo candida meritevolmente quale potenziale Scarpa d’Oro.

Napoli espugna Roma, questo lo stato dei fatti: scompariranno presto le polemiche per i tanti diverbi agonistici che hanno causato ammonizioni a raffica da parte di Bergonzi e resterà l’impresa, quella nessuno mai potrà cancellare dalla memoria dei tifosi napoletani che, da stasera più che mai, sono legittimati a sognare. Cosa? Non si può dire…

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