Jorginho: “Penso ogni sera allo scudetto, ma ora testa a Torino. Non dimentico le mie origini, la famiglia mi ha salvato”

Jorginho ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di Tv Luna, rispondendo alle domande del giornalista Carlo Alvino. Una lunga chiacchierata a cuore aperto in cui il centrocampista del Napoli si è raccontato, andando oltre il suo essere giocatore:

Come sto? Io sto bene e anche il Napoli, anche se sembra essere in un momento di difficoltà. Stiamo sulla strada giusta, possiamo continuare nel modo migliore quest’anno.

Critiche eccessive nelle ultime settimane? Qui è tutto molto ingigantito, dal mangiare al resto; quindi, ce lo aspettavamo. Sinceramente, non ho letto nulla, cerco di estraniarmi per non perdere energie. Meglio restare concentrati. Purtroppo i risultati non sono arrivati, ma torneremo a far punti e a raggiungere i nostri obiettivi.

Il gruppo? Dobbiamo tutti restare uniti, qui e all’esterno. Abbiamo iniziato un percorso da tre anni e non possiamo abbatterci per due partite che non vinciamo. Dobbiamo andare  oltre. Lo stiamo facendo.

Se siamo lo stesso Napoli dell’inizio? Certo che sì! La squadra con la Fiorentina è tornata a fare quello che non stava facendo da un paio di gare, era già migliore rispetto a prima. Per questo vi ripeto che siamo sulla strada giusta.

Valdifiori? Non c’è stato nessun dualismo. Hanno parlato in tanti senza conoscere quello che succede nello spogliatoio. Abitavamo nello stesso parco e venivamo anche insieme a Castel Volturno. C’era solo una sana competizione, quella che faceva bene al gruppo. Non esisteva nessun dualismo all’esterno. Lo stesso è oggi con Diawara.

Il match col Torino? Sarà una partita difficile, contro una squadra che è in salute. Sono carichi e motivati, ma starà a noi far vedere chi è che vuole vincere. E il Napoli vuole vincere, gioca per vincere sempre, anche se non sempre ci riusciamo, ed è una delusione pure per noi.

Elogi per me a livello internazionale? Mi fanno benissimo, mi danno autostima e motivazione, ma io non dimentico le mie origini e questo mi fa restare coi piedi per terra. Mia mamma mi portava in spiaggia a giocare e mio padre mi ha sempre sostenuto. Da solo sarebbe stato molto difficile. Quando ero a Verona, nel settore giovanile, ho chiamato a casa piangendo dicendo di voler tornare a casa e lì la mia famiglia è stata più forte di me e mi ha dato il coraggio per restare. Oggi tutti vedono solo il calciatore, nessuno sa quello che ho passato. Nessuno sa quando prendevo solo 20 euro a settimana, mangiavo la stessa cosa per tre giorni consecutivi, non avevo acqua calda… Per fortuna sono riuscito ad andare avanti. ‘Quel che semini raccogli’, no? Ora sto raccogliendo.

Cosa mi piacerebbe raccontare a mio figlio? Spero di giocare ancora per un bel po’ e quindi spero che lui possa vivere in prima persona tante cose. Mi auguro solo che abbia un’infanzia migliore della mia. Cercherò di dargli il meglio, valori compresi.

Sorellina o fratellino al mio piccolino? Ci stiamo organizzando! Magari nascerà con lo scudetto.

Scudetto? Ti giuro che ho già immaginato tutto, palazzi blu e il resto. Se ti dico che ci penso ogni sera, mi credi?

I miei auguri per Natale ai tifosi? Pace per voi e le vostre famiglie, e sosteneteci sempre. Abbiamo bisogno di voi. Forza Napoli sempre”.

 

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