ESCLUSIVA – Piá: “Grava amava fare scherzi, Carmando e Tommaso le sue vittime preferite. Lavezzi un ragazzo d’oro, su Reja e Donadoni…”

Novemila chilometri è una distanza enorme. Brasile-Italia, un’odissea più che un viaggio. Tra fuso orario, aerei, scali e qualche disagio. Intanto, però, un minimo comun denominatore c’è: lo stile di vita, che tra Sudamerica e Sud-Italia non è poi così differente. E quindi sì, un brasiliano di Ibitinga che percorre 9500 chilometri per arrivare a Napoli non si ritrova scombussolato da un altro universo.

Anzi, quasi quasi può sentirsi a casa. E’ il caso di Inácio Piá, che all’ombra del Vesuvio ha trovato un locus amoenus dopo aver girovagato tra Atalanta ed assist. Tre stagioni e due metà, divise tra il biennio 2005-2007 e quello 2008-10. Totale: 103 presenze e 23 reti.

Che ricordi hai della tua esperienza napoletana?
“Bellissimi. Sono stato bene, per fortuna siamo riusciti a vincere in quegli anni. I ricordi sono molto positivi. Ho tanti bei ricordi, il migliore è stata la promozione in A. Era una partita particolare per il gemellaggio, è stato tutto perfetto in quel pomeriggio. C’era solo da festeggiare in quel momento, da saltare di gioia dopo gli anni della C”.

Che tipo è mister Reja?
“Col mister fu un bel rapporto, è una persona che ha rapporti leali con i calciatori. Sa gestire bene il gruppo, nei miei tre anni mi sono trovato benissimo”. 

E invece cosa cambiò con l’arrivo di Donadoni?
“All’interno dello spogliatoio cambiò poco. Lui curava tutti i particolari, l’alimentazione, la tattica, il piano atletico. Ha portato un po’ di gestione e di disciplina all’interno della squadra”.

Che tipo di presidente è De Laurentiis?
“De Laurentiis è il tipico presidente. Ti fa avere tutto, dà tutto, ma pretende tanto. Ha dato tanto al Napoli ma è stato ripagato altrettanto da tifoseria e calciatori. Il suo rapporto con i giocatori? Come quelli di un presidente qualsiasi”.

Sei rimasto legato ai tifosi?
“Tanto. Anche adesso, quando mi capita di scendere a Napoli, noto che mi ricordano con piacere. C’è un affetto forte sia da parte loro che da parte mia, è stato veramente bello giocare a Napoli”. 

Con quale dei tuoi ex compagni sei rimasto in contatto?
“Mi sento con Montervino, Cannavaro, Savini, con Bucchi, De Zerbi”. 

Chi era il più simpatico in quello spogliatoio?
“Erano tutti simpatici, ma sicuramente dico Gianluca Grava. Tra l’altro ho dimenticato di menzionarlo prima: mi sento spesso anche con lui. Ci faceva ridere tantissimo, amava fare scherzi. Faceva ridere tutto lo spogliatoio. Le sue vittime preferite erano Carmando, il massaggiatore, e il magazziniere Tommaso”.

E Lavezzi?
“El Pocho è un ragazzo eccezionale, una persona di cuore, disponibilissimo nei confronti di tutti”.

Torneresti al Napoli da dirigente?
“Ora come ora non ci penso, perché non mi è venuto in mente di fare il dirigente. Però in un futuro, se dovesse arrivare questa richiesta, ci penserei volentieri”.

Vittorio Perrone
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