Zielinski: “Il mio stile è rischioso ma migliora il Napoli. Hamsik? Top. Io via? Non ci penso nemmeno. Siamo pronti per una grande stagione”

Importanti dichiarazioni quelle rilasciate da Piotr Zielinski al portale polacco Przeglad Sportowy. Da Sarri al gioco, dal Napoli al gruppo, dal suo stile alla figura del capitano Marek Hamsik. Zielinski ha toccato molti punti e dalle sue parole emergono ottimismo e determinazione.

“Dopo la partita contro il Bayern Monaco ero molto contento, abbiamo cominciato bene. Il lavoro per arrivare al massimo della condizione è in corso. È chiaro che nel pre-campionato mancava freschezza, ma adesso ci stiamo stabilizzando su buoni livelli. Le gambe stanno rispondendo bene, abbiamo tutto sotto controllo”.

Sei un giocatore che si prende tanti rischi. Cosa ne pensa Sarri?“Non commenta il mio modo di gioco. Non mi vieta di prendere rischi perché sa che è il mio stile di gioco. Venendo fuori con dei rischi, porta dei benefici alla squadra perché così l’azione accelera. Ho chiuso con il gioco senza pensiero, adesso sono più razionale, riducendo anche il rischio. Così perdo meno palloni”.

Il tuo modo di giocare rende il calcio del Napoli migliore. “Sicuramente sì, ma il nostro gioco si costruisce con la fiducia. È un gioco basato sulla tecnologia, è tutto studiato. Non ho problemi a perdere palla e tornare subito dietro per recuperare”.

Lo scorso anno ci avete messo tempo a raggiungere una buona forma. “La scorsa stagione tanti giocatori sono arrivati tardi in ritiro (c’era l’Europeo, ndr) e io sono tra questi. Avevo lavorato con l’Udinese inizialmente, ma non avevo mai scolto un lavoro specifico sulla condizione. Mi ero soltanto allenato, senza sapere dove sarei andato a giocare. Poi sono arrivato al Napoli e ho potuto concentrarmi sulla preparazione. Quest’anno abbiamo lavorato bene nel corso del ritiro. Di giorno in giorno ci sentivamo sempre più in forma, più leggeri e questo ci ha portati a giocare meglio. Ora siamo pronti per giocare su più fronti”.

Su di te c’era anche il Liverpool, che ha partecipato all’Audi Cup. Cosa sarebbe accaduto se fosse andato in Inghilterra? “Non ci ho mai pensato, non so com’è venuto fuori. Io sono felice di essere approdato a Napoli. Qui c’è una grande squadra, un ottimo allenatore e dei tifosi fantastici. Dopo essere venuto a Napoli ho visto soltanto aspetti positivi. È qui che voglio continuare la mia carriera e non ho alcun tipo di rimpianto”.

Ha avuto problemi a giocare per la prima volta campionato e competizione europea? “Sentivo la pressione, ma ho giocato più di 50 partite a stagione. È stato un salto considerevole, perché non avevo mai giocato così spesso. Serie A, Coppa Italia, Champions League, Nazionale: così la fatica potevo sentirla, ma riposavo a sufficienza. In questa stagione sarà ancora meglio”.

Non ti piace la preparazione di Sarri? “Devo ammettere che quest’anno abbiamo usato molto la palla. Non sono un fan della sua preparazione, ma so che è quello che ci serve. Bisogna soffrire, il sacrificio è quello che ci porta alla forma migliore nel corso della stagione. Sarri non ci nasconde la palla, anzi ci divertiamo tanto, abbiamo fatto tante partitine”.

Hamsik è il cervello della squadra. È più difficile giocare con lui? “La cosa grande della nostra squadra è il collettivo. Andiamo tutti d’accordo, ci capiamo senza il bisogno di parlarci, siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Quando giochiamo come sappiamo, portiamo grandi risultati. Marek è un grande giocatore, si prende tante responsabilità sulle spalle, è molto esperto e tutti ci fidiamo di lui. Molte delle azioni passano da lui, ma anche da me. Siamo complementari e aiutiamo il Napoli. Io sono spesso al centro del gioco”.

Ti spinge a diventare un leader? “Non ho problemi da questo punto di vista. Il gioco non si concentra solo su di me, ci sono altri che hanno grandi capacità. Hamsik è un giocatore di classe mondiale, ma quando manca lui ci sono tanti altri che possono sostituirlo e sono forti”.

Chi è il migliore nel tuo ruolo in Italia? “Hamsik, e non perché giochiamo insieme. Ha proprio tutto, è un modello per me. Vedo in lui ciò che posso avere io, abbiamo caratteristiche simili”.

I tuoi numeri, nella scorsa stagione, non sono esaltanti. “Non erano così male a dir la verità. Ho segnato sei gol e ho collezionato qualche assist. Certo, poteva andare meglio perché conosco le mie capacità. Ho il potenziale per segnare ancora di più e fare più assist, ma ho bisogno soprattutto di continuità. Voglio dare il massimo. Andrà meglio sotto tutti i punti di vista: gioco, numeri e la nostra posizione in classifica. Solo così mi sentirò soddisfatto”.

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