Le pagelle di Napoli-Nizza: Allan ovunque, Jorginho ha una marcia in più. Mertens formato dejà vu. Insigne e Milik…

Reina6: Presentarsi dalle sue parti per il Nizza è un’eccezione. Quando lo fa pecca in precisione. Nessun tiro nello specchio, il dato parla chiaro. Funge sempre da prima fonte di gioco, con impercettibili sbavature.

Hysaj 6: Pronti via ed è il più propositivo, battendo l’out destro oltre l’abitudine per poi rientrare nei ranghi. Saint-Maximine parte spesso dalle sue parti e sa far male. L’ex Empoli stringe i denti senza lesinare dal proporsi al cross, dove sa essere velenoso.

Albiol 6,5:Novanta minuti dove guida la retroguardia con attenzione. Precisione in anticipo, lo stesso quando c’è da mettere una toppa più profonda. Un solo appunto nel finale di primo tempo, quando è stranamente incerto nell’accorciare su Saint-Maximine.

Koulibaly 6,5:Di fisico ed esuberanza toglie il fiato agli avanti avversari. Persino prorompente quando prova a ripartire. Strapotenza che solo di rado abbassa la guardia fino al triplice fischio.

Ghoulam 6: Ci mette l’approccio richiesto, d’altronde spinge fino al triplice fischio. Gli uomini di Favre è sugli esterni che provano a creare qualche grattacapo di troppo, senza mai lasciare fin troppo il segno. Merito anche dell’algerino, che sa attaccare, bene, ma non solo.

Allan 7: Sarri aveva chiesto applicazione, l’istantanea è nella prestazione del volante scuola Vasco. Polmoni, tanti. E quel lavoro oscuro che è indispensabile in un meccanismo oliato come quello che caratterizza il gioco azzurro. Quando c’è da proporsi, poi, non si fa mica negare. E allora la standing ovation del San Paolo diviene più che meritata.

(Dall’85’ Rog s.v.)

Jorginho 7: Un precampionato fatto di crescita continua, progressiva. Concentrati in una trentina di minuti da palla in cassaforte e fosforo in fase di non possesso. Armonico. E incisivo in fase di palleggio. Chiude la prima frazione di gara con un pizzico di affanno e si sente. Nella ripresa riprende lo spartito senza particolari patemi, accorcia e propone senza momenti d’empasse. Impreziosendo il tutto con un rigore dove abbina freddezza e precisione.

Hamsik 6: Quando la lampadina si accende, irradia: luce abbagliante e allo stesso tempo meravigliosa. Disegna calcio fin dalle prime battute ed è ossigeno puro tra le maglie degli avversari. Manca però continuità nelle giocate, che si manifesta con qualche errore di troppo. La causa in una brillantezza che alla lunga va a sfiorire. Da lì il cambio all’ora di gioco.

(Dal 59′ Zielinski 6: Ci mette di sicuro una maggiore fluidità rispetto a una pre-season a singhiozzo. Quando ci prova, però, con lui usano le maniere forti.)

Callejon 6,5: Il tracciante di Hamsik è un cioccolattino d’altissima pasticceria, il movimento è alla Calleti, l’esecuzione no. Non il consueto biglietto da visita, poi sa rimediare. E ci mette la sua classica impronta fatta di abnegazione e incisività.

Mertens 7: L’ultimo centro in Champions nella serata amara del San Paolo contro il Real. Riprende, ci mancherebbe, da dove aveva lasciato: movimento tra le linee e freddezza, da attaccante vero e non fa più notizia, per la primissima firma stagionale. Sfiora la doppietta in più occasioni e procura il rigore del raddoppio. What else?

(Dal 74′ Milik 5,5: Qualche buona sponda, sprazzi di intelligenza e interpretazione del ruolo. Ma spreca il pallone della qualificazione con 90′ di anticipo. L’appoggio di Callejon era giusto da accompagnare in rete, un errore che non rispecchia il centravanti da 7 centri in 9 gare come impatto in maglia azzurra.

Insigne 6,5: L’intesa con Mertens è al minimo spunto, l’esecuzione dolce con un filtrante che trova il belga per un vantaggio che fotografa tutta la qualità che scorre inesorabile negli ultimi trenta metri. Nel vantaggio il lampo più intenso. Poi quantità e sprazzi di gran classe, ma che si alternano a un pizzico di imprecisione, talvolta di leziosità.

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