Ciak: buona la seconda. E due spunti da preservare con vista sulla Champions

Buono il ciak alla seconda ripresa. Dopo gli ottimi 70′ di gran calcio contro l’Atletico Madrid spazio – in piccolo – anche al risultato. La vittoria sul Bayern Monaco va agli atti e garantisce, giusto ai fini statistici, il terzo posto nell’edizione 2017 dell’Audi Cup. Ma, soprattutto lascia in dote spunti da sviscerare in un percorso di avvicinamento ai Playoff Champions che prosegue. Del resto lo scopo del calcio d’estate è questo. Soltanto questo.

Un’affermazione, quella sui bavaresi, da valutare con tutte le discriminanti del caso. Perché che Herr Ancelotti abbia radicalmente modificato – 11 cambi su 11 – lo starter di titolari rispetto al tonfo contro il Liverpool non può essere un dettaglio. D’altronde è il meccanismo della competizione che l’impone, due gare in due giorni con il sole impietoso di quest’estate bavarese che si miscela a un tasso di umidità importante, può imporre scelte simili. E Ancelotti non ha battuto ciglio, infarcendo l’undici avverso agli azzurri di giovani rampanti, di ottime speranze, ma pur sempre uno stuolo di Under 20 (due i 2000 in campo) guidati dalla personalità dei Kimmich – 22 anni – Renato Sanches – 20 – Coman – 21 – e Arturo Vidal . Il risultato resta, la prestazione anche, poi ci sono i dettagli. Fonte di ogni riflessione, essenziali per evitare inutili e persino dannosi trionfalismi.

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IL TIMBRO

Le somme, appunto, comunque inducono all’ottimismo. Perché dal 2-0 rifilato al gruppo di Ancelotti, emergono spunti da annotare e portare nel viaggio verso Bournemouth, con i preliminari – venerdì i sorteggi alle ore 12 – nitidi nel mirino. Se Ancelotti rivolta il proprio undici come un calzino Sarri ne conferma 4, per poi lasciare spazio a chi contro i Colchoneros ha goduto di un minutaggio inferiore. E anche questo, con due gare pomeridiane in 24 ore, non può che pesare in termini di lucidità e brillantezza. Il rendimento però, sebbene non tocchi i i picchi visti contro il gruppo di Simeone, con schietta ammissione dello stesso Sarri: “A livello di qualità abbiamo fatto leggermente peggio rispetto a ieri. In campo c’era una  squadra che voleva fortemente il risultato” , è apparso comunque convincente. L’impronta resta, e la stessa platea dell’Allianz Arena non ha potuto che apprezzare in alcuni frangenti di gara. Marchio di fabbrica, identità intatta, la freccia più affilata nella faretra del gruppo partenopeo già pronta all’utilizzo ai nastri di partenza. La fluidità non è quella sovrumana dell’ultimo scorcio dell’annata 2016-2017, ma le basi sono ampie e solide. Con annessi sorrisi per nulla di circostanza.

CLEAN SHEET

Il gioco, consueto, ma non solo.  E anche qui è lo stesso Sarri a tenere la barra dritta nella conferenza post partita: “Oggi abbiamo avuto meno cali di concentrazione”. E che clean sheet sia. Un dato – quello sulla retroguardia imbattuta – che mancava dall’uscita del Briamasco contro il Trento. Positivo l’impatto di Maksimovic. Poi, salvo rare eccezioni, troppo Koulibaly per l’attacco avversario. L’apporto – cali di concentrazione a parte – dei quartetti difensivi schierati in entrambe le gare lascia ben sperare. Convincenti anche i 45′ di Sepe, indubbiamente più attivo rispetto a un Rafael inoperoso nella ripresa. Nessun intervento sopra le righe, ma la puntualità e la fermezza vanno sempre premiate, messe all’indice. Note di viaggio che, per il tecnico azzurro, si ripropongono in sequenza: “Mi sono piaciuti entrambi, Sepe ha giocato sicuramente di più. Mi è piaciuta la naturalezza e la sicurezza di entrambi”. Al netto di tutta la diplomazia di questo mondo, la posizione dell’estremo difensore di Torre del Greco appare ben più salda rispetto a quella dell’ex Santos. E in una dinamica ancora intricata in ottica mercato come quella dei pali partenopei non è aspetto da poco. Sarri appunta, come da prassi, ormai i playoff da crocevia stanno mutando in chiodo fisso con lo scorrere delle giornate. Ed è sulla concentrazione, sugli equilibri essenziali in una doppia sfida andata/ritorno, che il martello continua e continuerà a battere. Come come dargli torto.

Edoardo Brancaccio

 

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