LAVAGNA TATTICA – Sarri e il lavoro sulla linea a 4: la ricerca della perfezione per aiutare la squadra! Piccoli dettagli da migliorare per Koulibaly

Appena due giorni di ritiro a Dimaro, eppure Maurizio Sarri è partito subito al massimo, lavorando intensamente sulla fase di non possesso degli azzurri. Particolare attenzione alla linea di difesa che, nonostante abbia alle spalle già due anni di lavoro con il tecnico toscano, sembra essere l’oggetto di maggiore attenzione da parte di Sarri e del suo staff. Ripresi tutti i concetti: elastico, scivolamento, triangoli e diagonali, uscite difensive, transizioni. Ripetere, ripetere e ancora ripetere. Raggiungere la perfezione.

Eppure, una buona parte della fase difensiva degli azzurri si sviluppa nella metà campo avversaria, così come evidenziato dalla seguente slide:

Fonte: rivista digitale “Il Nuovo Calcio”

Ma questo intenso lavoro di recupero palla in zone altissime di campo è possibile solo grazie a una linea altissima e concentrata. Tenere una linea alta consente di portare un maggior numero di uomini in pressing nella metà campo avversaria. Ecco perché anche l’attenzione va continuamente “stimolata” con esercitazioni didattiche. Saper leggere in anticipo determinati sviluppi e situazioni di gioco diventa di vitale importanza per una squadra, come il Napoli, che attua una determinata filosofia di gioco:

Un pressing simile, con 1vs1 in zona palla (cerchio bianco) e annullamento soluzioni di passaggio (frecce nere) è attuabile solo grazie a una linea altissima. In caso contrario, ovvero di una difesa “bloccata” sui 30-35 metri dalla propria porta, il rischio è quello di lasciare il reparto arretrato in balia degli avversari

Ecco perché i centrali del Napoli accettano di entrare nella metà campo avversaria, lasciando tantissimo spazio alle loro spalle:

Nonostante il possessore ha la possibilità di “transare” palla al piede, la linea del Napoli (linee nere) resta ancora altissima, anche se si inizia già a cambiare atteggiamento, assumendo posture di chi scappa verso la propria porta

Reparti compatti, in modo da riuscire a portare un immediato pressing sul possessore avversario:

Questa slide mostra quanto sia breve la distanza (linea nera) tra la palla (cerchio rosso) e la linea di difesa (linea gialla), sintomo di una difesa aggressiva

Da qui si può comprendere l’importanza di avere una difesa allenata a rispondere rapidamente ai cambiamenti di situazione in campo: avanzare su palla coperta (per palla coperta si intende una palla non immediatamente giocabile: possessore spalle alla porta, pallone che rimbalza, avversari che scorrono palla all’indietro o in orizzontale), scappare su quella scoperta, scivolare da una zona all’altra. Le prossime slide sono estrapolate dalla tesi di Francesco Calzona, allenatore in seconda di Maurizio Sarri, dal titolo “Allenare la linea difensiva a 4 con orientamento su palla”, e che ben illustrano gli allenamenti del tecnico toscano:

Triangolo difensivo: su palla scoperta la difesa “scappa”. La sfera entra nella zona di uno dei due centrali difensivi del Napoli: il centrale di competenza esce, e gli altri tre dietro si staccano e si allineano per dare copertura. Da notare la posizione del portiere (cerchio giallo). Non è casuale: il calcio moderno vuole portieri propositivi, per guidare la linea di difesa e magari intervenire in caso di necessità
Diagonali: con palla che scorre (freccia nera) verso l’esterno, è compito del terzino di riferimento andare ad affrontare in 1vs1 il ricevente, mentre gli altri tre scappano (frecce gialle) verso la porta
Il pallone scorre all’indietro (freccia nera) e i tre difensori (cerchio giallo) guadagnano campo in avanti (frecce gialle)
Scivolamento: la palla scorre in orizzontale (freccia nera) e i quattro di difesa scivolano (frecce gialle) in zona palla

MARGINI DI MIGLIORAMENTO: KOULIBALY E LE RICEZIONI

La coppia Albiol-Koulibaly interpreta nel miglior modo la fase di non possesso voluta da Maurizio Sarri. I due si completano a vicenda: il senegalese, fisicamente imponente, basa molto della sua fase di non possesso su aggressività, anticipo e duelli frontali; lo spagnolo, che non ha dalla sua una fisicità imponente, lavora molto sulla guida della linea, sugli intercetti e sull’impostazione in fase di possesso. E proprio su quest’ultimo aspetto, Koulibaly può, invece, migliorare ancora. Il centrale senegalese, negli anni, ha imparato a lavorare anche sulla fase di possesso palla, prendendosi spesso la responsabilità di cambi di campo, ma anche di impostazione sul corto. Eppure, margini di miglioramento nella ricezione palla può ancora ottenerne. Troppo spesso, infatti, nel ricevere palla dal compagno alla sua destra, utilizza il piede più vicino al pallone per effettuare la ricezione. Gesto tecnico, questo, utilizzato solitamente quando si è sottoposti a pressione avversaria, proprio perché “chiudendo” la ricezione si interpone il corpo tra palla e avversario: questo è il vantaggio. Tra i contro di tale gesto tecnico, c’è l’impossibilità di aprirsi il campo e di giocare, quindi, palla in maniera molto più rapida:

Nonostante l’enorme distanza (linea nera) tra Koulibaly e Kalinic, il centrale senegalese utilizzerà una ricezione chiusa
La freccia rossa evidenzia la ricezione chiusa del centrale del Napoli
La postura di Koulibaly è dettata dalla ricezione effettuata in precedenza. Il cono rosso evidenzia la porzione di campo ottenuta dalla suddetta ricezione, mentre il cono azzurro mostra come avrebbe potuto aprirsi il campo con una ricezione aperta di sinistro

Altro esempio in occasione della sfida contro il Sassuolo. Le prossime slide dimostrano come una scelta non corretta nella ricezione palla rallenti lo sviluppo successivo della manovra:

Nel ricevere palla da Chiriches, Koulibaly proietta il proprio corpo (cono nero) verso l’esterno del campo
La freccia nera indica la ricezione chiusa di destro effettuata da Koulibaly, costretto quindi a “ruotare” sul piede sinistro, mentre la freccia rossa indica quella che poteva essere una ricezione ad aprire di sinistro aprendosi così il campo frontalmente. Occhio a Strinic (cerchio rosso) che prova a guadagnare campo (freccia rossa) in profondità
La scelta di Koulibaly di non aprirsi subito il campo con una ricezione aperta di sinistro, costringe Strinic (cerchio rosso) ad arrestare la corsa e a dare ampiezza anziché profondità (freccia rossa)

Salvatore Nappo

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