Appena due giorni di ritiro a Dimaro, eppure Maurizio Sarri è partito subito al massimo, lavorando intensamente sulla fase di non possesso degli azzurri. Particolare attenzione alla linea di difesa che, nonostante abbia alle spalle già due anni di lavoro con il tecnico toscano, sembra essere l’oggetto di maggiore attenzione da parte di Sarri e del suo staff. Ripresi tutti i concetti: elastico, scivolamento, triangoli e diagonali, uscite difensive, transizioni. Ripetere, ripetere e ancora ripetere. Raggiungere la perfezione.
Eppure, una buona parte della fase difensiva degli azzurri si sviluppa nella metà campo avversaria, così come evidenziato dalla seguente slide:
Ma questo intenso lavoro di recupero palla in zone altissime di campo è possibile solo grazie a una linea altissima e concentrata. Tenere una linea alta consente di portare un maggior numero di uomini in pressing nella metà campo avversaria. Ecco perché anche l’attenzione va continuamente “stimolata” con esercitazioni didattiche. Saper leggere in anticipo determinati sviluppi e situazioni di gioco diventa di vitale importanza per una squadra, come il Napoli, che attua una determinata filosofia di gioco:
Ecco perché i centrali del Napoli accettano di entrare nella metà campo avversaria, lasciando tantissimo spazio alle loro spalle:
Reparti compatti, in modo da riuscire a portare un immediato pressing sul possessore avversario:
Da qui si può comprendere l’importanza di avere una difesa allenata a rispondere rapidamente ai cambiamenti di situazione in campo: avanzare su palla coperta (per palla coperta si intende una palla non immediatamente giocabile: possessore spalle alla porta, pallone che rimbalza, avversari che scorrono palla all’indietro o in orizzontale), scappare su quella scoperta, scivolare da una zona all’altra. Le prossime slide sono estrapolate dalla tesi di Francesco Calzona, allenatore in seconda di Maurizio Sarri, dal titolo “Allenare la linea difensiva a 4 con orientamento su palla”, e che ben illustrano gli allenamenti del tecnico toscano:
MARGINI DI MIGLIORAMENTO: KOULIBALY E LE RICEZIONI
La coppia Albiol-Koulibaly interpreta nel miglior modo la fase di non possesso voluta da Maurizio Sarri. I due si completano a vicenda: il senegalese, fisicamente imponente, basa molto della sua fase di non possesso su aggressività, anticipo e duelli frontali; lo spagnolo, che non ha dalla sua una fisicità imponente, lavora molto sulla guida della linea, sugli intercetti e sull’impostazione in fase di possesso. E proprio su quest’ultimo aspetto, Koulibaly può, invece, migliorare ancora. Il centrale senegalese, negli anni, ha imparato a lavorare anche sulla fase di possesso palla, prendendosi spesso la responsabilità di cambi di campo, ma anche di impostazione sul corto. Eppure, margini di miglioramento nella ricezione palla può ancora ottenerne. Troppo spesso, infatti, nel ricevere palla dal compagno alla sua destra, utilizza il piede più vicino al pallone per effettuare la ricezione. Gesto tecnico, questo, utilizzato solitamente quando si è sottoposti a pressione avversaria, proprio perché “chiudendo” la ricezione si interpone il corpo tra palla e avversario: questo è il vantaggio. Tra i contro di tale gesto tecnico, c’è l’impossibilità di aprirsi il campo e di giocare, quindi, palla in maniera molto più rapida:
Altro esempio in occasione della sfida contro il Sassuolo. Le prossime slide dimostrano come una scelta non corretta nella ricezione palla rallenti lo sviluppo successivo della manovra:
Salvatore Nappo
RIPRODUZIONE RISERVATA