Caro Maurizio, e se si provasse a cambiare modulo?

NAPOLI MODULO/ Quanto è difficile fare l’allenatore? Si direbbe davvero tanto, sopratutto per i tecnici che nelle grandi piazze sono sempre sotto la lente di ingrandimento. Sempre sotto esame. Sempre sotto giudizio. E, soprattutto, sempre sotto pressione. Lo sa bene anche Maurizio Sarri, l’allenatore che ha rilanciato il Napoli in Italia e in Europa dopo il biennio non certo felice, dal punto di vista dei risultati, di Rafa Benitez.

NAPOLI MODULOUn gioco elogiato da più parti, riconosciuto come il più bello d’Italia e tra i più interessanti (e in alcuni casi ‘sexy‘) d’Europa. Risultati, considerando gli investimenti fatti, da considerare tutto sommato soddisfacenti. La vittoria della panchina d’oro, premio prestigioso riservato ai tecnici della Serie A. Eppure tutto ciò non basta: Sarri in queste ore è stato ancora una volta messo sul banco degli imputati. La fase difensiva dei partenopei non è all’altezza di quella offensiva. Fin troppo evidente anche una certa fragilità mentale da parte dei calciatori che, quando in difficoltà, non riescono a reagire. E per concludere, in certe gare, diventa evidente il gap fisico con gli avversari.

NAPOLI MODULO, POCA FISICITÀ

Eh sì, perché se lo schema e gli interpreti azzurri favoriscono il gioco veloce e gli scambi nello stretto, viene a mancare un aspetto fondamentale del calcio moderno: la forza fisica. O meglio, la statura. Già, perché se consideriamo l’undici titolare formato da: Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne; possiamo estrarre un dato estremamente significativo. Escluso il portiere, sono solo 5 i calciatori della formazione titolare del Napoli che vanno oltre i 180cm (i quattro difensori più Hamsik), addirittura si scende a soli tre calciatori se consideriamo quelli oltre i 185 cm (Albiol, Koulibaly e Ghoulam). Insomma, non c’è bisogno di dire altro per giungere alla conclusione che uno dei primi passi da fare, per diminuire il gap, ad esempio con la Juventus, è quello di acquisire fisicità. Altrimenti le palle inattive, che nel calcio moderno sono un aspetto fondamentale, rappresenteranno sempre un deficit enorme per gli azzurri.

Certo, anche alcuni aspetti tattici sono da migliorare. Come ad esempio la rete di Mazzitelli subita con il Sassuolo. In quel caso c’è stato l’evidente problema della difesa che si schiaccia tutta sulla line di porta, lasciando l’area completamente vuota. Ma caso specifico a parte, sarebbe interessante capire se questa squadra, con gli stessi elementi presenti in rosa, possa essere in grado di migliorare facendo una semplice mossa. Quale? Cambiare modulo.

NAPOLI MODULO, PERCHÈ NON PROVARE IL 4-2-3-1?

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Sì, perché nel 4-3-3 di Sarri, ad esempio, è difficile immaginare l’impiego contemporaneo di Milik con “i tre piccoletti”, se non in spezzoni di gara. Ed è proprio qui che adesso bisogna fare il salto di qualità. A qualcuno potrà non piacere, ma la Juventus di quest’anno insegna: il passaggio al 4-2-3-1 ha permesso alla squadra di Massimiliano Allegri di cambiare marcia. E allora, perché anche il Napoli non potrebbe fare qualcosa di simile?

4-2-3-1, EVENTUALI VANTAGGI

Un calciatore come Milik, giovane (classe ’94), forte e con una media gol impressionante (una rete ogni 105 minuti in stagione), non può certamente restare per sempre in panchina. Anche per non sperperare l’esoso investimento fatto dalla società in estate. Stesso discorso per Mertens, che in zona centrale ha imparato nuovi movimenti diventando ancora più devastante. Così come Lorenzo Insigne sulla sinistra, dove si sta imponendo sempre più come uno dei maggiori talenti del calcio italiano e mondiale. Ecco perché il passaggio al 4-2-3-1, ammesso che nessun giocatore venga ceduto, potrebbe rappresentare la soluzione ideale per il futuro. L’inserimento di Milik, però, porta poi ad un nuovo quesito: chi tra i centrocampisti dovrebbe fargli posto?

L’impressione che si è avuta in questa stagione è che, oltre Jorginho, il vero fulcro del centrocampo fosse Hamsik. Dunque una linea composta dal capitano e magari da Diawara, calciatore in grado di garantire qualità è quantità, oltre alla fisicità sopra citata, potrebbe essere la soluzione ideale. I vari Allan, Zielinski e Rog non avrebbero certo problemi ad adattarsi. Forse il solo Jorginho potrebbe essere il calciatore seriamente penalizzato. Ma se la squadra dovesse giovarne, allora questa deve diventare un’ipotesi da prendere in considerazione. Inoltre, anche un calciatore come Pavoletti, altro investimento importante della società, avrebbe l’opportunità di trovare decisamente più spazio come vice-Milik.

Ovviamente stiamo parlando solo di idee, suggerimenti. Sarri sa benissimo cosa fare per avere il meglio dalla propria squadra. Però, provare il cambio modulo, anche nelle gare che mancano da qui alla fine della stagione, potrebbe essere una buona idea. Idea da perfezionare poi nel prossimo ritiro di Dimaro. A volte la soluzione vincente è proprio lì sotto gli occhi. Basta solo avere il coraggio di metterla in pratica. Che sia questa la via per la vittoria?

NAPOLI 4-2-3-1, LA POSSIBILE FORMAZIONE

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Pasquale Giacometti

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