Sebastiani, presidente Pescara: “Il Napoli sta programmando meglio di tutti. Il nostro sistema calcio è sbagliato, finchè non si cambia non si migliora”

Daniele Sebastiani, presidente del Pescara, è stato intervistato ai microfoni di Radio Crc, durante la trasmissione Si Gonfia la Rete di Raffaele Auriemma. Queste le sue dichiarazioni“In questa Serie A il Pescara se la poteva giocare fino alla fine e quindi siamo fiduciosi. Nel match di stasera contro la Roma, è chiaro che le differenze sul campo sono notevoli e la differenza di valori tecnici è abissale tra le due società. Però, considerando che alla fine non abbiamo nulla da perdere, ce la giocheremo sicuramente a viso aperto senza problemi“.

“Prima via Oddo? Sono sempre del parere che valutare dopo è semplice. Io penso che il Pescara, quest’anno, abbia avuto una serie di difficoltà, di sfortuna, che purtroppo ci sta nel mondo del calcio, perchè può capitare l’annata che non va. Questo non ha consentito di esprimerci, come potevamo, con una squadra al completo. Certamente non siamo la squadra che poteva lottare per altri discorsi, ma sicuramente per la salvezza potevamo lottare fino alla fine e di questo ne sono più che certo. Oggi recriminare non serve a nulla, dobbiamo rimboccarci le maniche, come abbiamo sempre fatto, e ripartire più forti di prima per cercare di fare qualcosa di importante nel prossimo campionato”.

Il Napoli secondo me è la società che sta lavorando meglio dal punto di vista della programmazione, perchè ritengo che abbia nel suo organico dei giocatori che nei prossimi anni potranno fare la differenza, con una società sana e con un allenatore molto bravo. Chiaro che, anche qui, la differenza economica con le grandi d’Europa è notevole. Purtroppo, io penso che nella vita può accadere che Davide sconfigga Golia, però non è che le feste si ripetono sempre. Con le differenze economiche che ci sono oggi sul piatto, c’è troppa differenza anche tra Napoli e Juventus. Io penso che il campionato che sta facendo il Napoli, sia un campionato eccezionale. Io guardo le partite del Napoli perchè mi diverto e perchè è una squadra che gioca a calcio e ce ne sono poche. E’ chiaro che, come ieri con il Sassuolo, rischi di perdere, dopo che la squadra avversaria ha tirato due volte in porta e ha fatto due goal e dopo che tu sei stato sempre nella metà campo avversaria e hai preso un palo, una traversa. Succede questo quando una squadra pensa a giocare. Se non cambiamo la cultura nel calcio, per questo dico che il Napoli è una squadra da ammirare con un allenatore molto bravo, e se non continuiamo a guardare solo l’aspetto del risultato, difficilmente si migliora il calcio italiano. Gli altri lo hanno capito molto prima, fanno spettacolo, si gioca a viso aperto senza problemi, le partite finiscono con molti goal e la gente si diverte”.

“Stasera giocare a viso aperto con la Roma? Noi è dall’inizio che ci giochiamo le partite a viso aperto, sia sotto la gestione di Oddo che sotto quella di Zeman. Noi abbiamo avuto sempre questo spirito di giocarci le partite a viso aperto. Negli ultimi anni, vincendo due campionati di Serie B, siamo stati la squadra che ha subito più goal ma che ne ha fatti anche di più, quindi con noi è sfondare una porta aperta. In molte partite ci sono squadre che giocano 90 minuti nella propria metà campo e rischiano di vincere la partita contro una big perchè in un’occasione fanno goal. E’ vero che i risultati aiutano a crescere, a prendere più soldi, però non c’è solo questo. Se le altre leghe ci hanno superato di gran lunga, vuol dire che lo spettacolo è importante, che le infrastrutture sono importanti, vuol dire che qualcosa da rivedere nel nostro calcio c’è”.

Non c’è dubbio sul fatto che la Juventus debba avere un peso tre volte a quello del Pescara. Stessa cosa il Napoli, la Roma, sono loro che trainano un po’ il sistema. La Juventus non è nata già Juventus, il Milan non è nato già Milan, con il tempo si cresce, si acquisiscono tifosi vincendo. Però se tu lasci la situazione così come è, le piccole saranno sempre piccole, le medie saranno sempre medie, ed il campionato perderà sempre di più di valore. Alla fine di dicembre le neo-promosse in A saranno già in Serie B e il campionato sarà un campionato che non avrà più niente da dire, se non per le prime 3-4 posizioni”.

“Le differenze sull’avere un fatturato da 350 milioni e un fatturato di 600, si sentono assolutamente meno rispetto ad avere un fatturato di 30 milioni ed uno di 350, o anche di 120. Questo è un discorso in generale, del nostro sistema calcio. Si lavora troppo ognuno per i fatti suoi. Quando si vanno a toccare alcuni interessi è sempre difficile e non si arriva mai ad una buona soluzione”.

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