Sassuolo-Napoli come l’intera stagione: gioco, errori, sfortuna

‘Cosa puoi farci?’. Lo immaginiamo un po’ così, il Napoli. Davanti ad uno specchio, in preda al rammarico, a sentirsi vinto, a non tollerare più niente su questo mondo (calcistico) che proprio non va giù. ‘Cosa puoi farci?’, ancora. Niente, non è che ci sia molto da dire, pensare, colorare. Ci sarebbe protestare: ma poi va a finire tutto nell’ennesimo dimenticatoio di cui questo campionato si fa carico. È che resta quel misero punto. Non i pali, non il rigore non dato.

EPPURE, IL GIOCO…

Eppure il gioco c’è. Ci sono le sovrapposizioni di Callejon, comunque sottotono. C’è la serpentina sfibrante di Insigne, con quel palo maledetto. C’è addirittura il ventiduesimo gol di Mertens, un’ancora che trattiene sogni e speranze sul fondo, nonostante la nave traballante sa anche restituire brio e determinazione.
C’è la tenacia a centrocampo, poi. Un Hamsik forse poco in vena, però Allan sta dando manforte. E Jorginho rifinisce e pulisce, mai peccando di presunzione.

C’è tutto, c’è anche il sole: e per quanto Cannavaro sembri il miglior Baresi, gli ingredienti si conservano freschi e pronti per sfornare un’altra domenica di felicità. Già, e allora cosa puoi farci davvero? Puoi prendertela con te stesso. O con il tuo capitano.

ORRORI ED ERRORI

Indizi, prove, immagini che si ripercorrono tra mente e tv, tra tv e mente. Le domeniche di Serie A han più telecamere e investigazioni di una puntata di CSI, più suspance di un thriller il cui finale ti annienta tutte le aspettative che avevi creato. Ma ancora: cosa puoi farci se è proprio Hamsik a venir meno sul più bello? Puoi accettarlo, magari far scivolare via un po’ di nervosismo: però tutto resta lì, a tenersi per mano nel tuo stomaco riluttante. Che prende e parte per la sua personalissima rivolta quando Damato non vede un rigore, quando una bella giornata sa allora di beffa.

Errori, orrori, di nuovo e chissà per quanto tempo ancora. Sembra quel film che non capisci, ma che spesso ti ritrovi a vedere tra uno zapping svogliato o zero alternative, tra un pomeriggio da buttare e un po’ di sconforto sulle spalle a farti compagnia. E quando un po’ ne scrolla Milik, è anche troppo tardi per chiedergli di andar via.

MALEDETTA SFORTUNA

Girarsi, rigirarsi, continuare a riflettere: il pomeriggio del Napoli è esattamente come l’intera stagione che sta vivendo. È una continua domanda, una costante richiesta di spiegazioni. Dall’arbitro, da se stessi. È ritrovarsi sempre allo stesso punto, con le stesse questioni, con le stesse parole. Il margine d’errore era ridottissimo, in questa stagione s’è ulteriormente assottigliato: vuol dire che nel mentre qualcuno s’è fatto più grande, più forte, meno vittima dei momenti.

A Reggio Emilia, com’è sempre accaduto sul più bello, gli azzurri si sciolgono. Sì, ma perché? Troppo facile ridurlo alla sfortuna: c’è di più, c’è di sicuro. C’è una stagione che non è stata affatto altalenante: probabilmente anche più entusiasmante di quella passata, di certo con meno sofferenza. E allora, ‘cosa puoi farci?’ Poco, niente. Vuoi solo capire: ma certe risposte son destinate a non arrivare mai.

crico

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