Totti confessa: “Ho deciso, ma non vi dirò se smetto a fine anno. Io allenatore? Mai! I calciatori sono dei paraculo…”

Il capitano della Roma, Francesco Totti, è stato ospite e protagonista de L’Intervista di Maurizio Costanzo, programma andato in onda su Canale 5. Il calciatore giallorosso ha toccato tantissimi argomenti. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:

Quando ero piccolo studiavo sempre fuori dal balcone. Appena sentivo il rumore del pallone, chiudevo il libro, scendevo e tornavo verso le 19:30-20. Chi c’era c’era, sfidavo tutti. Era la mia passione, era il destino. Il mio sogno? Segnare il goal scudetto. Fortunatamente ci sono riuscito, è un sogno che sono riuscito a realizzare. Ce ne sono altri abbastanza belli, quello però ha un significato differente“.

Poi un passaggio su Spalletti: “Lei può arrabbiarsi con lui“, scherza Maurizio Costanzo. “Io rispetto ogni scelta che fa – risponde Totti -. Anche se in 5 minuti un giocatore non può risolverti la partita, ma non è per Spalletti. Ha sempre detto ‘Vado via se Totti non firma’, non so il motivo. Una domanda ce l’ho, se non gioco che firmo a fare? Ma è per scherzare. Lui è un allenatore fortissimo, spero che la Roma lo possa tenere, è l’allenatore del futuro, può far vincere la Roma. Serve a questa città, conosce bene l’ambiente. Io ormai sto a fine carriera, deve pensare al futuro.

C’è stato un momento in cui stavo pensando di andare via da Roma. Direzione Madrid. C’è mancato pochissimo. In Italia non sarei mai andato a giocare altrove per rispetto della gente. A quando il ritiro? Mi diverto, finché non mi passa la voglia mi dispiace smettere. Mi diverto tutti i giorni, il pensiero di spogliarmi, andare in campo, correre è la mia vita. E ancora mi diverto, se vado al campo che non mi va sono il primo ad alzare il braccio. Quello che è certo è che non farò mai l’allenatore. Non mi piace stare uno contro trenta. I giocatori sono una massa di paraculi. Quando si schierano tutti insieme…

I calciatori più forti? Maradona è il calcio, hanno inventato il pallone con scritto “Maradona”. Messi e Ronaldo sono due extraterresti, Baggio ha fatto la storia del calcio italiano e Del Piero ha vinto tutto con la Juve, abbiamo condiviso un mondiale, è un amico. Ho giocato con Cassano, matto di testa ma coi piedi fortissimo.

Rimpianti? Ne ho due. Non aver mai giocato con Ronaldo e non aver vinto la Champions League con la Roma. Purtroppo non è facile e adesso non ci sono i tempi, non siamo all’altezza delle big europee. Cosa farà in futuro? Ho tre possibilità. O sui campi, quelli attuali, e non dietro la scrivania. Non mi ci vedo. Forse dirigente della Roma, anche se non so cosa fare. Oppure lasciare il calcio e fare un’altra cosa. Qualcosa ho in mente. In questi ultimi mesi sto riflettendo su quello che ho intenzione di fare. Ho preso quasi una decisione, ma aspetto maggio-giugno. Non la dico. Al massimo posso fare il procuratore, ci capisco di calcio, poco, ma ci capisco“.

Poi una grossa parentesi sulla sua famiglia. Ilary Blasi, insieme alla Roma, è diventata la sua compagna di vita: “Da parte mia fu un colpo di fulmine – racconta Totti -, da parte sua non penso. Però posso dire che in questo momento, oltre ai miei figli, è la persona più importante. Mi dà stabilità, serenità. È unica, non per fare lo smielato ma è vero. Siamo sposati da 15 anni. Diventeremo campioni di burraco, a fare i tornei. Spesso già ci giochiamo. Sarà così quando smetteremo di lavorare“.

E poi i figli, le tre gioie di Francesco: “Cristian è pazzo di me. Mi studia e mi osserva da mattina a sera. Chanel invece vuole fare la ballerina, ma lei nonostante i 10 anni è già donna. Elisabel ha chiuso il cerchio. La quarta? Beh, servirebbe un altro maschio. Man mano che passava il tempo con Ilary da genitori ho trovato il percorso giusto. Al posto dei compiti a volte con Cri giochiamo alla PlayStation, e la mamma ci bacchetta. Cristian va sempre allo stadio con Ilary e il nonno, si arrabbia quando io non gioco. Se le mie figlie si fidanzassero con un tifoso della Lazio? Sarebbe un problema loro, basta che siano trattate bene“.

Costanzo, in chiusura, si rivolge a Spalletti: “Francesco non è un giocatore da contentino, non merita di entrare solo negli ultimi cinque minuti“.

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