L’urlo di Sarri e il black out: Napoli, non buttarti via

Empoli, Milan, Palermo e Torino. E poi il Real, due volte. Le immagini si susseguono, anche perché in realtà si somigliano tutte. Il Napoli avanti: tutto bellissimo. Poi il black out, lo smarrimento, la paura che il castello costruito in realtà sia fatto di pura, bastarda sabbia. Sarri, anche stavolta, si farà sentire: e con una dose massiccia di ragione. Perché poi numeri e storia non mentono: questa squadra, dal punto di vista mentale, va ancora tarata. Forse solo un po’, ma va ‘stabilizzata’.

DOPPIO VOLTO

Concedere due gol ad uno degli attacchi peggiori del campionato, dovrebbe far quantomeno riflettere. Farsi quasi rimontare in un match già scritto, chiuso e archiviato, dovrebbe fare almeno incazzare. E non è una questione di episodi, che anche stavolta raccontano marginalmente la gara: è stata una stagione di altissimi e bassissimi, la squadra stessa ne è perfettamente a conoscenza. Eppure non reagisce: si abbassa, si limita, non riparte. Sarri prova a mischiare le carte, ma il gioco resta lo stesso. Che sia Milik o Mertens il terminale offensivo, che sia Jorginho o Diawara l’uomo a ripulire la palla, che ci sia Chiriches o Koulibaly a guidare la difesa. Un doppio volto che può far male nel finale di stagione. E che di delusioni, in fondo, ne ha già date. Pure troppe.

A VELE PIEGATE

Sia chiaro: il Napoli non vince per inerzia o per volere divino. Vince perché i singoli, in un collettivo così ben assortito, sprigionano magia e divorano avversari. Ma il problema resta: anche per questo il tecnico toscano ha impiegato un millesimo di secondo per farsi sentire. Anche per questo, il vero processo di crescita non passa per il gioco: è la tenuta mentale a dover dare una sterzata. Perché tutta questa qualità non può essere sprecata. Non così. Non in questo momento della stagione, con una Champions da blindare e una Roma da inseguire.

La pausa, forse, arriva nel momento migliore per questa squadra: Champions e pressioni hanno prosciugato energie fisiche e mentali. Staccare, per chi potrà, vorrà anche dire prendere consapevolezza di quanto fatto e di quanto c’è da fare. E di quanto si voglia fare, anche: perché poi c’è la Coppa, la Juve, il sogno di milioni di napoletani. Napoli, non buttarti via: non lo meriti.

Cristiano Corbo

 

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