Quando la voglia cambia tutto: Arek Milik è tornato! E che differenza con Pavoletti

Ventidue minuti di grinta, di carattere, di voglia. Arek Milik sta tornando, è tornato. Da quel maledetto infortunio in Nazionale a oggi la sua assenza è stata, allo stesso tempo, motivo di sconforto e possibilità di sperimentazione. Maurizio Sarri ha dovuto re-inventare il suo Napoli che perdeva nel giro di pochi mesi il secondo centravanti. Mertens ha fatto i miracoli da vertice alto dell’attacco azzurro, e probabilmente continuerà a farli, nell’attesa della piena forma di Milik e Pavoletti.

Intanto, ieri a Verona ventidue minuti in campo per Arkadiusz che hanno il sapore, il gusto di chi ha tutta la volontà di questo mondo nel voler tornare quanto prima a riprendere un discorso interrottosi troppo presto. Lo aveva già dimostrato nel corso dei mesi di terapie e riabilitazione. Lo aveva dimostrato già arrivando a Villa Stuart: prima il grande sconforto, e poi subito l’immensa voglia di lavorare e recuperare.

A Verona il numero 99 azzurro ha preso il posto di Pavoletti – ancora un po’ troppo fuori dal gioco azzurro – e ha iniziato a fare quello che meglio gli riesce. Si muove in verticale tra i reparti, chiedendo spesso palla tra i piedi. Muove la palla con lucidità e qualità. E, con il passare dei minuti, anche Sarri prova a chiedergli di più. Di portare, innanzitutto, maggior pressing sui due centrali di difesa del Chievo. Lui ci prova, con la fatica di chi sta provando a ritrovare la forma migliore, ma ci prova. Ci mette tutta la voglia e la passione di chi vuole ritornare a essere il protagonista numero uno.

A tutto ciò, non si può non aggiungere la perla servita sui piedi di Hamsik al 90′ che valorizza il movimento perfetto del capitano. Una visione di gioco che non ci si aspetta da una prima punta così possente. Sintomo ulteriore della crescita, sia fisica sia mentale, che sta vivendo Milik. Una perla per Hamsik che, a sua volta, disegna una traiettoria perfetta per Giaccherini; goal inspiegabilmente annullato. Diciassette tocchi in ventidue minuti, e un passaggio chiave. Per capirci, Pavoletti ne ha toccati ventotto in settantuno. E mica è poco.

Insomma, Milik è tornato. Lo ha dimostrato. Ha ancora molto da fare, tante cose sono da migliorare, a partire dalla forma fisica. I minuti che Sarri, con calma – la sfortuna di Florenzi avrà insegnato qualcosa a chi voleva Milik in campo contro il Real Madrid -, gli sta regalando serviranno a ritrovare intesa con il proprio corpo e con i compagni. Quello che non manca, in Milik, è sicuramente la voglia! Ritrovare il numero 99 significa inserire una vecchia-nuova freccia nell’arco dei 76 goal in stagione.

Salvatore Nappo

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