Marco Borriello: “Napoli mi ha rubato papà, non il mio amore per lei. Ogni tanto sento il bisogno di tornarci come Maradona”

Ha fatto tanto parlare di sé nel corso della sua carriera, per numeri dentro e fuori dal campo. Marco Borriello è sicuramente un personaggio del mondo del calcio, capace di regalare buone prestazioni in campo nonostante i suoi 34 anni, e soprattutto capace di attirare l’attenzione come pochi per le vicende della privata. In una lunga intervista alla Gazzetta dello sport l’attaccante del Cagliari ha parlato della sua storia con la città partenopea, dove ha vissuta un’infanzia macchiata dalla perdita del padre.

Così il centravanti ha parlato al quotidiano in rosa: “Napoli ha rubato mio padre, ma non l’educazione che mi ha lasciato e la bella adolescenza che ho trascorso. Mi ha rubato anche la speranza di quando non sapevamo dove andare a piangere, senza sapere se l’avessero rapito o avesse perso la memoria. Anche le chiamate degli sciacalli che dicevano “Vittorio, Vittorio” non ci hanno mai fatto perdere la speranza. A confermare il tutto, però, è stato un pentito. Nonostante questo non perdo l’orgoglio di essere nato nel triangolo della morte – San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli – senza essere sfiorato dall’esempio della gente dei clan. La camorra ha ucciso mio padre, non l’amore per la città; non è più la mia città, ma ogni tanto devo tornarci per sentire gli odori, i rumori e le emozioni. Un po’ come Maradona insomma. Diego ha sbagliato, ma ha fatto una cosa che non fanno tutti: ha chiesto scusa. L’ho fatto anche io con Saviano, un uomo che per le sue idee ha rinunciato a vivere”. Simpatici anche gli aneddoti su Belen: “Con lei ora zero rapporti, neanche un sms. Se ci vediamo ridiamo e scherziamo: con lei bei ricordi, ma non mi suscita più nessuna emozione”.

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