Dichiarazioni di De Laurentiis, stadio vuoto in futuro? Ecco perché no

Le dichiarazioni di De Laurentiis rilasciate ieri a BeIN Sport hanno, come spesso accade, suscitato diverse reazioni nella piazza partenopea.
Tanti gli argomenti tra cui ha spaziato il presidente azzurro: dall’addio di Gonzalo Higuain, ad un possibile e futuro rapporto con Diego Armando Maradona; dalla situazione “stadio fatiscente” al rapporto con i tifosi; dalla sfida contro il Real Madrid all’idea di film con e sui calciatori.
Sul secondo punto in particolare, De Laurentiis ha dichiarato che stadi con grande capienza saranno inutili tra dieci anni, prevedendo in media solo 10.000 o 15.000 spettatori, perché “i giovanissimi che sono abituati a giocare sul web con i computer non hanno quella capacità di resistenza per un’ora e quarantacinque compreso l’intervallo“.
Può considerarsi questa previsione corretta?

PAY TV E TECNOLOGIA
Il presidente ha dato forte risalto ad un fattore per così dire sociologico: i giovani d’oggi sono proiettati completamente verso la tecnologia; i meno giovani, dal canto loro, pensano al risparmio economico preferendo pagare 35 euro al mese per un abbonamento pay tv, anziché poco meno o poco più per un singolo biglietto per lo stadio.

CALO SPETTATORI AL “SAN PAOLO”
Nulla da obiettare da un punto di vista tecnico e razionale; ma per fortuna risparmio e generazione tecnologica non sono gli unici fattori da considerare. Tuttavia, un dato a suo favore De Laurentiis ce l’ha: l’Osservatorio Calcio Italiano lo scorso dicembre ha indicato un calo di spettatori al “San Paolo” del 22,3%.


I “TUTTO ESAURITO” DEGLI ULTIMI ANNI

Sebbene il calo – che ha colpito, comunque, in generale tutte le squadre di Serie A – il Napoli registra una media spettatori che supera i 30.000 paganti a partita, contro i circa 22.000 media del Campionato, piazzandosi in quarta posizione dietro solo a Inter, Milan e Juventus.
La media degli azzurri, poi, è sicuramente destinata a crescere. Già per la sfida di Champions League contro il Real Madrid, in programma il 7 marzo, lo stadio “San Paolo” si prepara al pienone: nelle prime sei ore d’apertura delle vendite, il 2 gennaio scorso, furono polverizzati 41.000 biglietti; poco dopo, la società ha annunciato il sold-out. Questo vuol dire che saranno quasi 60.000 i tifosi che affolleranno – letteralmente – il fortino partenopeo, nonostante i prezzi dei tagliandi non proprio accessibili a chiunque. Perfino per la trasferta a Madrid si parla di circa 10.000 supporter al seguito; immaginiamo non tutti risiedano casualmente in Spagna in quel periodo, e quindi al costo del biglietto vanno ad aggiungersi spese di viaggio non indifferenti.
Il grande pubblico, inoltre, non è cosa rara al “San Paolo”. Più di 46.000 i paganti per Napoli-Roma dello scorso ottobre; più di 40.000 quelli di qualche settimana prima contro il Benfica; nello stesso periodo, in 49.000 anche per Napoli-Sassuolo. Nella stagione precedente a questa, poi: circa 55.000 gli spettatori di Napoli-Inter; quasi 50.000 quelli per la sfida contro la Fiorentina; più di 56.000 i presenti all’ultima partita contro il Frosinone.
Certo, un calo è stato registrato, ma non è certo così netto da ipotizzare, almeno per il momento, una crisi futura.

STADI ALL’AVANGUARDIA E MEDIA SPETTATORI
Nelle sue dichiarazioni, De Laurentiis ha sottolineato che tra non molti anni non ci sarà più bisogno di stadi come l’ “Allianz Arena”. La struttura che ospita le gare interne del Bayern Monaco, tuttavia, ha ampliato, proprio un anno fa, la sua capienza, portandola a 75.000 posti. Nelle ultime cinque stagioni, inoltre, ha registrato una media spettatori mai inferiore ai 70.000, anzi, sempre in ascesa.
Perché, allora, la situazione dovrebbe peggiorare nei prossimi anni e/o presentarsi differente qui in Italia? La questione non potrebbe, invece, essere che nel Bel Paese non manchino spettatori, ma stadi fruibili? È pur vero che la “battaglia” per uno stadio di proprietà è stata inneggiata a più riprese da De Laurentiis, consapevole che il “San Paolo” non versi di certo in uno stato ottimale. Per il bacino di tifo che lo affolla, però, meriterebbe che si pensasse ad un suo miglioramento e non ad un ridimensionamento causa possibili futuri tifosi inattivi e inattenti. dichiarazioni di De Laurentiis

FATTORE “EMOZIONE”
La domanda cruciale, dunque, è: “Come sarà il tifoso-tipo tra dieci anni?”. Si potrà parlare davvero di cyber-tifosi che affolleranno le piattaforme multimediali più che gli stadi? Ci sono da fare due considerazioni a tal riguardo. Innanzitutto, una riflessione sulle diverse generazioni di supporter: gli adolescenti attuali cresciuti a pane e tecnologia e che potrebbero confermare la tesi esposta da De Laurentiis probabilmente continueranno davvero a disertare – o a frequentare solo sporadicamente – lo stadio; dall’altra parte, però, c’è la generazione appena precedente, quella degli attuali ventenni e più, che probabilmente, almeno per altri due decenni garantirà un “San Paolo” gremito.
La seconda considerazione ha a che fare con un fattore fin’ora mai citato, che con numeri e dati ha poco a che fare: il fattore “emozione”.
Chi è andato almeno una volta allo stadio conosce benissimo il sorriso spontaneo e sorpreso che spunta all’uscita autostradale di fronte all’erigersi del “San Paolo”, la luce negli occhi alla vista del manto erboso appena salite le scale, la sensazione di pienezza al momento di un’esultanza e quella di vuoto improvviso ad un’occasione fallita. Davvero gli attuali “giovanissimi“, così come li chiama De Laurentiis, e tifosi del futuro vorranno privarsi di queste ed altre sensazione vissute in prima persona? Davvero la tecnologia renderà anche il tifoso, amatore per eccellenza, insensibile al fascino dello stadio vissuto in prima persona? Secondo De Laurentiis, sì. E secondo voi? Cari tifosi del futuro, soprattutto voi, direste “addio” all’urlo “The Champions” dal vivo per sentirlo sempre e solo in tv, pure se con il dolby surround?

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