Sarri sulla sua carriera: “La tuta come stile di vita. Real Madrid? Saremo orgogliosi e all’altezza!”

È un Maurizio Sarri a tutto tondo quello che ha parlato ai  microfoni di SKY Sport per la rubrica “Mister Condò”, dove ha ripercorso la strada che lo ha portato dalla Serie D ai quarti di finale di Champions League con il Real Madrid.

Tanta gavetta e un lavoro duro per arrivare dove è adesso: “Portare un paesino di 7mila persone (il Sansovino) in C2 era gratificante, poi sono diventato professionista e facemmo un altro secondo posto e siamo andati in C1. In quel momento iniziai a pensare ‘è facile, posso farlo veramente”.

Tutto questo sempre in tuta, che sia il campionato allievi o la Champions League: “È stata dura, ma sono luoghi comuni. Si valuta una persona da piccoli particolari, non dalla persona. Io mi metto la tuta perchè faccio un lavoro da campo, mi sembra ridicolo andare sul campo col vestito da matrimonio. Poi se devo rappresentare la società metto la divisa sociale, in campo no. In questo il presidente non ha mai battuto ciglio. Ho fatto tutto a modo mio, qualcosa ho pagato perché le etichette si pagano, ma su tanti aspetti ho avuto ragione”.

Poi sulla sfida con il Real Madrid: “Il Real Madrid è una squadra che ti può ribaltare una partita anche nel giro di pochi minuti. C’è la soddisfazione di andare a fare una partita importante, contro la squadra forse più importante del mondo in uno degli stadi più importanti del mondo. C’è il timore che prende tutti, è inevitabile, nessuno è un super uomo e ti chiedi ‘saremo all’altezza di questi?’, io credo di sì alla fine, potranno avere qualcosa in più, ma in partita possiamo starci. Un giorno potrò dire ho giocato al Bernabeu una partita di Champions

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