Le pagelle di Milan-Napoli: Mertens croce e delizia, Insigne si prende la Scala! Male Tonelli e Strinic

Reina 6,5: Che bello l’inizio del Napoli! Lui, dal canto suo, ha solo da mettersi comodo e godersi lo spettacolo. Amministrando, magari, qualche possesso palla. Poi, però, il Milan si rialza dalle cadute di inizio gara e fa scattare la reazione. Freddato da Kucka, non ha colpe sull’1-2 rossonero. Risponde prontamente su Bacca, ma l’arbitro aveva fermato il gioco. Nella ripresa si dimostra sicuro ed affidabile in ogni situazione. La sua esperienza è valore aggiunto in un secondo tempo d’incertezze.

Hysaj 5,5: Fa parte dell’avvio scoppiettante del Napoli. Nella prima mezzora tiene bene, accompagna l’azione e rischia poco. Cala e viene preso d’infilata in un paio di circostanze da Bonaventura: dal piede del numero 5 rossonero nasce una clamorosa occasione per Gustavo Gomez. Nel secondo tempo Bonaventura gli provoca un’emicrania: lui cerca di prendergli le misure, riuscendo soltanto a tratti nell’intento.

Albiol 6,5: Della coppia è sicuramente il migliore: brilla per quarantacinque minuti ribattendo colpo su colpo le offensive avversarie. Strinic si fa cogliere sorpreso in due occasioni: lui è sempre bravo a leggere la situazione e pulire l’area di rigore. Era in dubbio, ma la sua esperienza non è una qualità a cui si rinuncia facilmente. Tiene botta in un secondo tempo di apnea.

Tonelli 5: Difensore goleador, eroe per ben due fine settimana di fila. Quando c’è da difendere non è, però, cinico come sotto porta: commette un errore clamoroso spianando la strada al Kucka. Lo slovacco scarta il suo regalo di Natale posticipato e riapre la partita. Da rivedere anche quando, con la palla tra i piedi, tenta d’impostare.

Strinic 5,5: Aveva dato prova di una resistenza granitica nelle ultime uscite, quella di San Siro non conferma le sensazioni. L’assenza di Ghoulam forse è stata sottovalutata. Lui, il suo peso in fase offensiva, lo fa avvertire con il contagocce. In difesa la tenuta non è stagna: si fa infilare ripetutamente dalle discese di Abate. Rimedia, soprattutto, un giallo ingenuo.

Allan 6: Croce e delizia con la palla tra i piedi. Talvolta brasiliano nel sangue, altre volte mediano confusionario. Semplicemente Allan: quando si invola in solitaria sa fare male, quando trattiene la sfera per troppo tempo, rischiando di perderla, fa rimpiangere Zielinski. Croce e delizia, per l’appunto. Dà, comunque, più copertura rispetto all’agile mezzala polacca. (Dall’86’ Rog s.v.)

Jorginho 5,5: La partenza è incoraggiante, da tempi d’oro. Quelli del Jorginho da nazionale, per farla breve. Partecipa all’avvolgente manovra azzurra della prima parte, compie spesso e volentieri la scelta giusta. Mai una giocata azzardata, vero, eppure mette ordine. Cala vistosamente con lo scorrere dei minuti: la percentuale di passaggi riusciti crolla in modo verticale. Mette in difficoltà Tonelli con un retropassaggio sciagurato: da lì nasce l’1-2 rossonero. (Dal 60′ Diawara 6: Porta muscoli al centrocampo del Napoli, fa legna e amministra bene il possesso. Certo, si rende protagonista di qualche ingenuità, ma la giovane età lo giustifica).

Hamsik 6: Parte bene, imprimendo la sua firma nel meraviglioso avvio di partita. Amministra, organizza, lancia i propri compagni. Il palleggio armonioso del Napoli è frutto di un’intelligenza tattica abbinata a un’eleganza disarmante. Dopo la riscossa del Milan è uno dei primi a calare, fino al punto di scomparire. Qualche fiammata la regala anche nella ripresa. (Dal 74′ Zielinski s.v.)

Callejon 6,5: Il solito, preziosissimo Callejon. Coltellino svizzero polifunzionale, ala d’assalto e all’occorrenza terzino reinventato. La nota negativa si trova, è proprio nel ripiegamento difensivo: non è efficace come al solito. Davanti però fa avvertire la sua presenza già all’ottavo minuto. Inserimento letale come al solito, tocco delizioso che passa tra le gambe di Donnarumma. Si sacrifica come solito e cala sul ritorno del Milan: nel finale riacquista le vecchie consapevolezze e torna a pungere.

Mertens 6,5: Croce e delizia: il concetto vale anche per lui. Illumina la Scala del calcio nei primissimi minuti: due assist al bacio, due cioccolatini deliziosi per Insigne e Callejon. Due poesie, volendo. La parte complicata arriva con lo scorrere dei minuti. Lui, il suo mestiere da centravanti improvvisato, lo svolge con diligenza. A tratti, però. Sotto porta però è un agnellino spaventato: divora due occasionissime in modo anche grossolano, sciupa un potenziale contropiede con un aggancio poco fortunato. Croce e delizia, per l’appunto.

Insigne 7: Aveva conquistato Milano già nello scorso campionato, con due perle nello 0-4 che rese celebre il calcio di Sarri. Oggi l’impresa è ripetuta a livello personale: gli bastano cinque minuti per annichilire la difesa del Milan. Mertens lo imbecca, lui riceve, controlla e fa partire un bolide mancino che piega le mani a Donnarumma. Il resto della partita è un inno allo spirito di sacrificio: tiene botta, cerca di far salire la squadra, gioca di utilità e di intelligenza. Il tempo per cercare di far crollare la Scala, però, c’è: tenta un pallonetto da distanza siderale che termina alto di poco.

Sarri 6: Il Napoli d’avvio partita è spietato, bello, imprevedibile e disarmante nella facilità con cui devasta le linee difensive del Milan. Poi, però, si specchia nella sua infinita bellezza, commette un peccato di narcisistica memoria. Gli uomini di Montella prendono le misure, ribaltano l’inerzia della partita e sfiorano una rimonta clamorosa. Il goal di Kucka è frutto di un “infortunio” (in gergo), riporta in partita un Milan fino a quel momento inerme. Nella ripresa si chiude a riccio, soffre ma porta a casa il risultato. Tenace e fortunato, il suo Napoli.

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