Seconda prova di maturità: due sconfitte consecutive non devono pesare come se fossero venti

Tre ceffoni della Roma a un Napoli imbambolato, forse ancora scosso dal grave infortunio rimediato da Milik con la sua Polonia – e di chi altro sennò? Fatto sta che Spalletti, con una semplice mossa tattica (spostando la saetta Florenzi in linea con i centrocampisti in fase di possesso) mette in crisi l’intero pacchetto tattico di Sarri e dei suoi uomini. La sconfitta – si dirà – è arrivata soprattutto “grazie” a una serie di errori individuali, un po’ come successo contro la Dea (in quel caso molto sbendata). Sì, perché quella contro la Roma è la seconda sconfitta consecutiva che fa scivolare i partenopei al terzo posto.

Fischi mischiati a timidi applausi a fine gara. La contestazione è già nell’aria (social): Sarri non va più bene; Jorginho non è un regista; Insigne prilla come una biglia, Mertens è più concreto; Gabbiadini non è una prima punta. Eppure, fino a poco tempo fa l’euforia sembrava poter dare una spinta tale da toccare il cielo – o il primo posto? – con un dito.

san_paolo_napoli_manchester_city_aurelio_de_laurentiisEcco quindi quel limite che l’ambiente azzurro proprio non sa superare: l’incapacità nel dare giudizi equilibrati sia quando arrivano le sconfitte, sia quando arrivano le vittorie. Serve una seconda prova di maturità. E per ambiente azzurro si intende anche un certo tipo di giornalismo che va dove tira il vento. In un percorso lungo 45-50 partite, cosa sono due sconfitte consecutive? Un campanello d’allarme sicuramente, ma non deve diventare una scusa per abbandonare ogni obiettivo. In un percorso di crescita di squadra che dura anni, cosa sono due giorni negativi? Un allarme, ovvio. Ma non può diventare motivo di ribaltoni tecnici e di giudizi. Cos’è un ritardo di 7 punti in un campionato che ne mette ancora a disposizione 90? Un distacco significativo, è chiaro. Ma non può determinare le sorti di un campionato a trenta giornate dalla fine.

Va cercato un equilibrio, bisogna farlo per il bene del Napoli e di Napoli. Sballottare l’umore da un picco all’altro può solo far male, al singolo tifoso e alla tifoseria intera; al singolo calciatore e alla squadra intera; al tecnico e allo staff intero. Va cercato un equilibrio: mercoledì c’è il Besiktas, la Champions League. Una vittoria per mettere un piedino e mezzo agli ottavi. O forse siamo troppo deboli per sfidare i turchi?

 SalvatoreNappo (facebook.com/salvatore.nappo.967)

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