Maradona: “Voglio tornare a Napoli quando voglio. E vederlo campione. Higuain? Io alla Juve dissi no, e le mie parole all’avvocato…”

Voglia d’Italia e di Napoli per il più grande di tutti i tempi. Un desiderio che però deve scontrarsi con ragioni legali non da poco e un contenzioso ancora in atto. Diego Maradona prosegue la propria battaglia, senza guardarsi indietro, e esprime tutte le proprie sensazioni in un’ampia intervista rilasciata all’Espresso: “Non sarà la Guardia di Finanza a mettersi tra me l’affetto della gente, soprattutto dei napoletani. Non ci riuscirà nessuno, è impossibile, il mio desiderio è di tornare a Napoli quando voglio. Libero e tranquillo. E voglio vedere il Napoli campione“.

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Una settimana alle porte, sarà in Italia per la partita della Pace, particolarmente impegnativa: “Ci sono abituato. In Italia c’è gente che non mi vuole bene. Però c’è anche altro: amici e tifosi. Persone che mi fanno ritrovare la possibilità e il piacere di tornare. Voglio continuare ad avere rispetto per la giustizia italiana. Perciò chiedo a tutti i politici italiani di schierarsi dalla parte dei cittadini mettendo in luce chi sta dietro di questo. E che facciano emergere i responsabili. Voglio tornare in Italia come un signore, come uno che non ha rubato niente a nessuno e men che meno agli italiani. Voglio riabbracciare amici come Beppe Bruscolotti, Bruno Giordano, o Gianni Minà che mi ha sempre dedicato tanto spazio e anche oggi continua a credermi. Voglio tornare per fare del bene, come in occasione della partita della Pace pensata per le popolazioni colpite dal terremoto di agosto. Gli italiani mi hanno dato tantissimo e voglio rispondere al loro amore con azioni concrete”.

Parole in stile libero, come da corredo, nel puro stile del Pibe. Affrontando il presente del club partenopeo e confrontandolo con il passato: “Da tifoso azzurro mi è dispiaciuto che Gonzalo, un mio conterraneo e un grande giocatore, uno che io stesso lanciai ai Mondiali in Sudafrica, sia andato a stare da una rivale diretta come la Juventus. Ma non si può neanche dare la colpa solo al giocatore. Perché il giocatore ha le sue responsabilità, e forse ai miei tempi non sarebbe capitato, ma i colpevoli sono sempre quelli che fanno gli affari. Nessuno pensa ai tifosi. Peccato che la Fifa continui a dormire su questi fatti, come in molti altri”.

Lui che su tutti fu corteggiato e non poco dalla Vecchia Signora: “L’avvocato Agnelli mi corteggiava come un uomo corteggia una bella donna. Mi disse di aver offerto 100 miliardi a Ferlaino, di mettere personalmente la cifra sul mio assegno. Gli risposi che non avrei mai potuto fare quest’affronto ai napoletani, che mi sentivo uno di loro. Non avrei mai potuto indossare un’altra maglia in Italia. Poi, essendo stato tra la gente, gli dissi anche altro…”

Tutto chiaro, giusto per chiarire l’idea: “Si, caro avvocato, potrei pure venire. Peccato che dopo l’affare sia io che lei dobbiamo abbandonare l’Italia”. I tifosi napoletani ci avrebbero ammazzato“.

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