Maradona-Equitalia, ennesima puntata di una storia che assume contorni a dir poco paradossali. Il dodici ottobre Diego tornerà in Italia, quella che da sempre definisce casa sua, per la partita della pace. Ad aspettarlo, all’aeroporto, ancora una volta, gli agenti di polizia. Il motivo? L’argentino è stato querelato per le sue ultime dichiarazioni in TV.
Assieme a lui anche il suo legale Angelo Pisani, come scrive l’edizione odierna del Mattino: “Vogliono tapparci la bocca – sbotta l’avvocato partenopeo – e vietarci il diritto di esercitare la nostra difesa” . L’avviso di chiusura indagine risale a pochi giorni fa ed è firmato dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Alfredo Mattei. Equitalia ha chiesto di processare Maradona per le sue ultime dichiarazioni.
L’indagine era partita dal Tribunale di Roma, dichiarato poi incompetente dopo tre anni e trasferita successivamente a Cassino, prima di essere completata in trenta giorni. Il procuratore ha basato le sue indagini s
u alcune frasi rilasciate in una intervista da Maradona in cui si faceva riferimento al suicidio di alcuni contribuenti: “Nessuno può
sapere come ci si sente dopo venticinque anni di persecuzioni da parte di quelle istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini onesti. Mi hanno trattato come un criminale, voglio vincere la mia battaglia in memoria delle vittime di Equitalia. Dal 1994 non possono addebitarmi nessuna violazione fiscale: Equitalia non mi guarda in faccia perché porta sulla coscienza le mie umiliazioni” – aveva sbottato Diego.
Maradona e Pisani ora sono entrambi indagati, potranno però presentare memorie, produrre documenti e depositare documentazioni, fino a chiedere il compimento di altri atti di indagine, poi chiedere di essere sottoposti ad interrogatorio e presentarsi poi in seguito per rilasciare dichiarazioni volte a dimostrare l’assoluta estraneità alla diffamazione nei confronti di Equitalia.