Napoli al Collana: la radio ufficiale lancia l’ipotesi, ma è un’idea difficilissima da attuare. Cosa c’è dietro la questione San Paolo?

Il Napoli è primo in classifica, ha il capocannoniere del campionato e il miglior attacco. Maurizio Sarri sta guidando la squadra con la sua maestria, Arek Milik è diventato subito idolo, eppure c’è sempre l’occasione per parlare anche di altro che non sia calcio giocato.

Da sabato pomeriggio, con le dichiarazioni rilasciate da Aurelio De Laurentiis, tiene banco – di nuovo e ancora – la questione relativa allo stadio San Paolo. Ha già fatto specie, nei giorni scorsi, il confronto tra i match in Champions di qualche anno fa, e quello prossimo con il Benfica (clicca qui per leggere): in cinque stagioni, è aumentato solo il costo di un tagliando in curva, mentre sono rimasti invariati, o addirittura ribassati, i costi dei tagliandi per gli altri settori. Qualcuno, compreso noi, aveva ipotizzato che il rincaro del settore più popolare fosse una ripicca nei confronti di quella fetta di tifosi – gli ultras – che da tempo ormai contestano (lo hanno fatto anche sabato sera, fischiati dal resto dello stadio) la politica societaria attuata da De Laurentiis. Ma ora si fa largo un altro scenario. Nella convenzione ponte che è stata approvata dal consiglio comunale, ma che non è stata ancora ratificata tra le parti, c’è infatti un impegno per il Napoli: quello di mantenere basso per tutte le partite il costo dei biglietti per i settori più popolari (le curve, appunto); una mozione passata senza troppi problemi in consiglio. E che, evidentemente, a De Laurentiis non sta bene: di qui l’idea che il rincaro di questi prezzi sia dovuto non tanto (magari non solo) ad una contromossa da attuare verso i contestatori, quanto piuttosto ad una sorta di dispetto messo in opera verso Palazzo San Giacomo.

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E poi c’è la questione nuovo stadio a intrattenere i napoletani in queste ore: “Ne costruirò uno da 20 mila posti, sarà un teatro con tutte poltroncine”, ha annunciato De Laurentiis. Che sia un’affermazione veritiera o uno sfogo – l’ennesimo – del momento, sta di fatto che ora si stanno rincorrendo le voci più disparate in merito a questa ipotesi. Oggi la radio ufficiale, attraverso il suo conduttore Valter De Maggio, ha fatto sapere che il Presidente sta prendendo in seria considerazione l’ipotesi di (ri)portare il Napoli a giocare allo stadio Collana. “Sarebbe un’idea da valutare insieme”, ha fatto sapere l’assessore allo sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello. Ma anche sul Collana è in atto da tempo una clamorosa querelle: l’impianto vomerese è di proprietà della Regione che lo ha dato in concessione al Comune, con i risultati – pessimi a dir poco – che sono sotto gli occhi di tutti. Fosse vera questa notizia, potrebbe trattarsi di un tentativo di De Laurentiis per mettere pressione al Comune, per la serie: restare a Napoli, ma giocare in un impianto che è di proprietà della Regione (che al club lo cederebbe molto più che volentieri), cambiando così il soggetto con cui relazionarsi. Un’ipotesi che resta comunque particolarmente difficile, considerando l’ubicazione dello stadio in una delle zone più trafficate di Napoli, dove non esisterebbe nemmeno la possibilità di costruire nuove infrastrutture quali strade e parcheggi. Insomma, la matassa è molto più che ingarbugliata, e non sarà per nulla semplice districarla. A perderci, come sempre, i tifosi azzurri, che ancora oggi sono costretti a veder giocare una grande squadra in un impianto obsoleto e insicuro.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

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