Il Napoli torna primo in classifica: ricordate l’ultima volta?

il Napoli torna primo in classifica. Sì, non conta niente in fondo, perché sono solo le prime di campionato, ma tornare primi fa bene e, soprattutto, fa ben sperare per il futuro. Regala alla piazza una squadra forte, consapevole dei propri limiti e soprattutto della propria forza. Il campionato, del resto, è ancora lungo ma il Napoli ha lanciato un messaggio chiaro e tondo, l’ennesimo, a tutta la Serie A: rispetto per tutti, a maggior ragione per i campioni di Italia. Paura però, per nessuno. Sarà sfida fino alla fine. 

Primi in classifica, si diceva: ricordate l’ultima volta? Era il tredici febbraio, dalle ventitré e quarantacinque sarebbe cambiato tutto, è storia nota: il sinistro di Zaza faceva calare la notte su Napoli e sulla squadra di Maurizio Sarri che, dal primo confronto veramente significativo per lo Scudetto, usciva con le ossa rotte. Ne avrebbe pagato poi il contrappasso, rallentando prima, cadendo in seguito ad Udine ed abbandonando i sogni di gloria. Sono passati sette mesi dalla notte di Torino e le cose sono cambiate, evolvendo in fretta e in furia, facendo correre il rischio, a tutto l’ambiente, di trovarsi investito dal succedersi degli eventi. Ipotesi tragica e prontamente scongiurata. Oggi la situazione è diversa: l’amico di tante battaglie ha tradito, è passato alla sponda nemica, quella da sempre contrapposta agli azzurri. Il mercato ha cambiato le strategie: sono arrivati, dai soldi di una cessione monstre, giovani forti e di prospettiva.
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È cambiato Sarri, anzitutto: consapevole di un’esperienza, quella dello scorso anno, che lo ha arricchito. È cambiata, di conseguenza, la squadra. Non c’è Higuain, ma l’attaccante del futuro ha un presente già assicurato: si chiama Arkadiusz e di cognome fa Milik, ha solo ventidue anni ma sul campo ne dimostra almeno trenta. Esperienza, fiuto del gol, spirito di sacrificio. C’è poi, alle sue spalle, ancora Manolo Gabbiadini: destino beffardo per lui che, dopoi il Pipita, monopolizzatore delle marcature, lo scorso anno, si è visto scavalcare in fretta proprio da Milik, già autore di quattro reti in campionato, sei totali se si considerano anche le marcature in Champions. Insigne e Mertens sono ancora lì, ognuno alla ricerca del meglio di sé.Poi ci sono le solite certezze: Reina, Koulibaly, Albiol e compagni sono sempre lì. Hamsik e Jorginho anche,  Allan sì, ma la piacevole sorpresa Zielinski è un fattore da non sottovalutare. Callejon soprattutto: è lui il bomber di questa squadra e l’addio del Pipita ha permesso allo spagnolo di tornare alla rete con una certa facilità. Prima si giocava di squadra, ma il tutto finalizzato ai piedi dell’argentino. Oggi un punto fisso in avanti non c’è perché tutti possono a loro modo incidere: il gioco è corale, bello, divertente, come lo scorso anno.

Cambiano, però, gli stimoli e le consapevolezze, anche quelli della piazza che si sa, per antonomasia, sogna, ma con realismo quasi trascendentale. C’è da aggiungere un bagaglio di esperienza arricchito ed aumentato, la volontà di fare bene, se non meglio dello scorso anno: fare meglio significherebbe battere la Juve che, a differenza del Napoli, non è propriamente un cantiere in costruzione ed ha effettuato scelte diametralmente opposte in sede di mercato. Però, c’è sempre un però, mai dire mai e soprattutto nulla va dato per scontato: è la legge del calcio. Il Napoli torna primo in classifica guardando tutti dall’alto. Non significherà niente ma è, allo stesso tempo, importante. Aspettando altre partite, il ventinove ottobre in particolare, per nuove risposte. Il campionato non è che all’inizio ma l’aria di alta classifica, si sa, è da subito contagiosa. 

GENNARO DONNARUMMA

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