Il vento che spira dall’est, con le qualità di Milik e Zielinski che già riempiono sguardi e attenzioni sul rettangolo verde. Ma il mercato azzurro ha portato in dote a Maurizio Sarri numerosi doni – 7 colpi per la precisione – ancora tutti da scoprire e valutare.
In particolar modo l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si sofferma su Marko Rog, classe ’95 da Varaždin, Croazia, un talento in grado di attestarsi a pieno titolo tra i più importanti della massima serie del belpaese. E in Serie A crescere, migliorare costantemente, completando il processo di evoluzione esponenziale già palesato nel passaggio alla Dinamo Zagabria.
Con Giuntoli amore a prima vista, o quasi, report dopo report, visionato in maniera minuziosa scorgendone pregi palesi, o ancora sopiti, scandagliandone – come ovvio – anche i difetti. Nessun dubbio sul piazzare il colpo, anche quando per l’altro Marko, Pjaca, il pressing della Juventus era diventato ormai insostenibile. Poco male, Rog possiede caratteristiche avallate in primis dall’allenatore azzurro. Non solo l’imprevedibilità del trequartista, vizio del goal, capacità innata nel mandare in rete i propri compagni e passo rapido, celere nel saltare i diretti avversari. Il ventunenne croato ha giostrato, nella Dinamo, anche da regista a schermo davanti alla difesa, mettendo in evidenza una qualità nel fraseggio insindacabile. E quel paragone con Luka Modric che pesa e responsabilizza allo stesso tempo.
L’impatto con un contesto del tutto nuovo un dato da mettere in conto, ma la stoffa è purissima, così come il talento. Un piccolo gioiello da accudire e veder splendere, gradualmente.