È notte di tempesta per i marinai del Monaco. La ciurma di Jardim ha provato a reggere l’urto di un mare in agitazione, ma l’onda anomala che ha travolto una nave già scricchiolante è stata incontrollabile. Un’onda che porta un nome ben preciso: quello inconfondibile di Manolo Gabbiadini.
Un uragano che abbatte qualsiasi ostacolo provi a pararglisi contro: ne segna quattro, numero che Higuain non ha mai raggiunto in una singola partita. L’eredità del Pipita è lì, pronta ad essere raccolta dal primo che colga l’occasione. Manolo c’è, l’ha ampiamente dimostrato in più circostanze. Quattro, a voler essere precisi e pignoli. Quattro squilli che suonano come campanelli nella mente di chi avrebbe messo sul piatto oltre 60 milioni per Icardi. “Guardate che sono qui” sembra urlare Manolo, troppo spesso sottovalutato in questa polveriera che è il mercato moderno. La voglia di spaccare il mondo è fortissima, esplode in una notte d’agosto contro un malcapitato Monaco. Quattro squilli di tromba che fanno crollare il castello di certezze costruito da Jardim, pronto al preliminare di Champions con il Villarreal.
Manolo c’è, Manolo segna: un leone in gabbia per un anno intero, liberato al momento della dipartita del maschio alfa. E’ andato via “quello lì”, ma non le certezze di un Napoli che gioca a memoria e che sa valorizzare i movimenti del suo centravanti, chiunque esso sia. Ah, per inciso: Gabbia ha anche il tempo di offrire un cioccolatino ad Allan. Botta e goal. Non ci sono dubbi: è Manolo Gabbiadini il migliore in campo di Napoli-Monaco. 
Notte da star, notte da protagonista assoluto. Notte attesa e agognata, notte carpita al volo, notte liberatoria, di avvertimenti e di messaggi, di segnali e di parole non proferite. A parlare ci pensa quel mancino là: esplosivo dalla distanza, glaciale sotto porta e dagli undici metri, chirurgico da posizione defilata. Completo, in definitiva. Dai Manolo, scaldati: è il tuo turno.
Vittorio Perrone
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