San Paolo, é guerra fredda: e ci stanno rimettendo tutte le parti in causa

“Il San Paolo è un problema di de Magistris. Gli ho offerto di fare a mie spese i lavori di urgenza in 40 giorni: scalandoli dall’affitto e mantenendo aperti i cantieri il sabato e la domenica. Ma in risposta mi è arrivata dal Comune una lettera di messa in mora. Eppure, vanto dei crediti con l’amministrazione per cinque milioni e mi devono ancora ripagare dei tornelli installati dal 2008. Non abbiamo nemmeno il certificato Uefa per giocare in Champions e abbiamo dovuto indicare Palermo come sede. Tutto questo è ridicolo”: le parole di Aurelio De Laurentiis l’ennesima bomba sganciata nella guerra fredda che il Napoli ed il Comune si stanno combattendo ormai da mesi sull’annosa questione riguardante lo stadio San Paolo. L’impianto di Fuorigrotta, in questo momento, non potrebbe ospitare nemmeno le partite di Champions League. Un aspetto da modificare assolutamente: ma ve lo immaginate il danno che ne deriverebbe?

É chiaro che in questo momento la macchina comunale é ferma, o comunque rallentata, a causa delle elezioni, che domenica prossima decideranno chi salirà a Palazzo San Giacomo come Sindaco di Napoli, se il primo cittadino uscente, Luigi De Magistris, o il suo sfidante al ballottaggio, Gianni Lettieri. Solo dopo Aurelio De Laurentiis scoprirà quindi quale sarà il suo interlocutore, l’impressione é che con De Magistris gli ultimi eventi abbiano definitivamente interrotto una comunicazione che é spesso stata a fasi alterne, quasi sempre difficile. Chiunque sia il prossimo Sindaco di Napoli, comunque, il confronto con il club sarà inevitabile e dovrà essere su basi solide, perché in questo momento la situazione di stallo che si é venuta a creare non giova a nessuno.

De Laurentiis-De Magistris

I lavori annunciati da De Magistris, che dovrebbero iniziare in autunno e che saranno finanziati dai 25 milioni di euro ottenuti da Palazzo San Giacomo dal Credito Sportivo, sono una goccia nel mare dei problemi da risolvere nell’impianto di Fuorigrotta. La giunta uscente rifiutò la proposta di De Laurentiis, che voleva rifare totalmente il San Paolo, ridimensionandone però la capienza a 41 mila spettatori, un po’ come fece la Juventus con il vecchio Delle Alpi, trasformato poi nello Stadium. Un concetto, quello di impianto “salotto” che il presidente partenopeo avrebbe voluto applicare anche al San Paolo. Niente da fare. Ma è arrivato il momento di superare quest’immobilismo: il Napoli, che l’anno prossimo giocherà in Champions League, ha un disperato bisogno di uno stadio all’altezza. E bisogna fare in fretta.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

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