La danza del Pipita, tre tocchi per ripartire verso l’ennesima rivincita

Gonzalo Higuain, più di un nome, un’assicurazione blindata negli ultimi venti metri. Tre tocchi, non di più, raccogliere un invito dall’out mancino, addomesticare il pallone ed ipnotizzare il proprio marcatore con il destro. E poi un mancino, dolcissimo e spietato, con cui dipingere un tocco sotto per palati sopraffini. Ovazione e incanto. Il bello del calcio. Tre tocchi per un piccolo capolavoro, l’ennesimo, con cui addomesticare l’Honduras nell’ultimo test di preparazione alla Copa America Centenario.

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Tre tocchi per prendersi la Seleccìon, da trascinatore, al netto della paura per le condizioni di Lionel Messi, toccato durissimo all’ora di gioco alla schiena. Il miglior modo con cui riprendere il ritmo di una stagione incredibile, marchiando a fuoco quattordici lettere nella storia. Dal trono del goal, dal record all time del calcio italiano ad un obiettivo fermo nel mirino, come un cacciatore che catechizza una preda dal destino già segnato. La Copa America resta più di un cruccio, quel rigore, tutto apprensione ed imprecisione nella finale contro il Cile pulsa ancora, inutile nasconderne i segni. L’occasione del riscatto, ora, ad un anno di distanza e quell’edizione storica, del Centenario, quasi un segno del destino.

Un guizzo dal particolare dato statistico, con il goal ai centroamericani il Pipita ha griffato il centro numero 26 con la Nazionale albiceleste, sesto in questa particolare graduatoria. A precederlo Sergio Aguero 32 reti – e Diego Armando Maradona – 34 – una suggestione in più ad ingolosire l’incedere famelico del centravanti azzurro. Del resto, a lui, è ormai acclarato: bastano tre tocchi per incantare.

Edoardo Brancaccio

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