“Ci vuole un fisico bestiale” per reggere gli urti del campionato

Cosa accadde nel 1991? Che il Napoli finì per ritrovarsi scottato dalla fuga di Maradona, che Zola fece bene ma rimase imparagonabile al mito, che Luca Carboni creò questo pezzo, pian piano destinato a diventare una delle hit italiane più conosciute di sempre. Mica male, per il bolognese. Anzi: a suo modo, pure storico. Ecco: termine non casuale. Perché in questi giorni, c’è chi lo rivendica ad alta voce. Con o senza diritto, non sta a noi giudicare.

Ci vuole un fisico speciale, sì. Ma ridurlo al calcio sarebbe irrispettoso per un miliardo di motivi ed almeno sette miliardi di persone. Eppure, qualche punto in comune c’è. E si è fatto anche sentire. In mezzo al campo, ad esempio: perché i piedi buoni, spesso, non bastano. O almeno non per vincere. È che “ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita, a quel che leggi sul giornale e certe volte anche alla sfiga”: intesi, no? Senza centimetri, senza portare acqua e sudore, il cammino è destinato ad interrompersi. Spesso sul più bello. Sempre con buona parte di colpa del destino.

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Ci vuole il fisico, ci vuole sempre. L’ha dimostrato il Leicester di Ranieri nel campionato più ‘potente’ di tutti: avanti di testa, di grinta, ma soprattutto di forza. E al diavolo il bel gioco, le triangolazioni, i ‘dai e vai’. Al diavolo l’estetismo più puro: occorre concretezza. E allora gli 1-0 stiracchiati, mezzi ‘arrubbati’, sicuramente sudati, hanno tutto un altro sapore. Quello della vittoria.

Si tratta di scegliere, in fondo. Tra forma o contenuto, tra bello e pratico. Tocca decidere, e farlo da subito, magari pure in vista della prossima stagione. Nel frattempo, resta l’amaro rimpianto. Anche dei centimetri, di una presenza possente in mezzo al campo che desse fisicità e manforte. Nel mentre, si può anche ovviare: perché tra mezzepunte ed esterni, la ricerca di Giuntoli è incentrata pure sul fantomatico tagliapietre.

“Ci vuole un fisico bestiale per stare nel mondo dei grandi, e poi trovarsi a certe cene con tipi furbi ed arroganti”, ecco. Carboni l’aveva detto: ci vuole fisico, forse un po’ di sana presunzione. Con la Roma? Solo l’ultimo esempio: divorati, lì in mezzo. No, il Napoli per ora ci ha messo ‘appena’ il talento. Non è bastato, non ad arrivare al livello dei ‘tipi furbi ed arroganti’. Non a gioire.
Non sappiamo se solo per mere questioni fisiche, però tant’è: ne servirà uno bestiale, l’anno prossimo. E ne servirà uno speciale proprio ora: perché ne serve uno così anche ”per stare un po’ in pace”. Magari al secondo posto, con vista Champions.

CriCo

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