Tre a zero e tre motivi per cui la risposta del Napoli è stata da grande squadra. Al di là dei limiti del Verona

Il tre a zero rifilato dal Napoli al Verona è stata forse la reazione migliore che la squadra poteva avere dopo una settimana di polemiche, e dopo la debacle di Udine che ha frenato la rimonta scudetto degli azzurri. Di contro c’era una squadra, quella di Delneri, che ha mostrato tutti i suoi limiti e non a caso si avvia alla retrocessione in B; ma la risposta del Napoli merita comunque di essere sottolineata per almeno tre motivi.

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1) Manolo bomber vero. La paura c’era, inutile nasconderci dietro un dito. Perché uno come il Pipita è troppo performante per non sentirne l’assenza. Bravo Manolo Gabbiadini a raccoglierne il testimone: la sua partita è stata ottima, ha preso un palo, fatto gol e giocato per la squadra. Non diventerà Higuain, ma bisogna sfruttarne le caratteristiche nel miglior modo per metterlo in condizione di segnare; bravo ieri il Napoli a servirlo bene e a coinvolgerlo nella manovra.

2) Riserve all’altezza. Esistono anche loro. E possono dettare soluzioni diverse in contingenze particolari. Vlad Chiriches, David Lopez, lo stesso Gabbiadini e Omar El Kaddouri, che è entrato in stile Mertens e ha servito anche l’assist decisivo per il terzo gol di Callejon. Tutti sono stati autori di una buonissima gara, un aspetto che può diventare un monito per il futuro. Perché se quest’anno poteva anche essere giusto focalizzarsi su pochi uomini e dare una linea guida alla squadra, nella prossima stagione il turnover dovrà essere utilizzato con maggiore frequenza. E Sarri ora sa di poter contare anche su altri elementi della rosa.

3) Diversificazione delle responsabilità. Quando hai in squadra e in campo uno come Gonzalo Higuain, sai che prima o poi qualcosa succederà. E quindi tendi a darlo sempre a lui il pallone: è una cosa inconscia, un istinto primordiale. Ieri si è visto finalmente anche qualcosa di diverso. Non solo Gabbiadini, ma anche Insigne, Hamsik e Callejon hanno dato qualcosa in più, consapevoli che l’assenza del Pipita stava togliendo al Napoli il suo migliore giocatore. Si sono responsabilizzati: Hamsik è stato autore di una partita sontuosa, Callejon ha tirato sette volte in porta (trovando uno strepitoso Gollini di fronte a sé) prima di far gol, Insigne si è recato sul dischetto con la sicurezza dei grandi e ha messo dentro il rigore della sicurezza.

Insomma, non avevamo bisogno di battere il Verona per scoprire che il Napoli è forte. Ma la partita di ieri ha dimostrato comunque qualcosa di importante. E ora che la nave è tornata in linea di galleggiamento, anche la battaglia di San Siro, sabato prossimo in notturna, fa molta meno paura. L’Inter è avvisata.

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