Insulti e pestaggi: la partita dell’AfroNapoli si trasforma in rissa

Una pagina “nera”, è il caso di dirlo, quella scritta lunedì scorso nel calcio campano e più precisamente nel campionato amatoriale FCS-AICS. Siamo a Chiaiano e si sta disputando il match tra AfroNapoli United, formazione multietnica dell’interland napoletano, e la Real Fac Marano. “La notte di lunedì sera ci siamo ritrovati in uno scenario dettato dall’odio – denuncia al Corriere del Mezzogiorno il presidente dell’AfroNapoli, Antonio GargiuloImprovvisamente la partita si è trasformata in una gara di insulti razzisti, è fioccato un ‘negro di m…’ nei confronti di Adam, un ragazzo ivoriano cresciuto a Napoli, che ha segnalato la cosa all’arbitro, spiegando anche che lo United avrebbe abbandonato il campo se gli insulti non fossero cessati.

L’arbitro non ha avuto neanche il tempo di capire cosa stesse accadendo, perché i giocatori avversari dagli insulti sono passati alle maniere forti e hanno preso a calci sul volto Oleg, un ragazzo ucraino, già a terra dopo aver subito un fallo. La partita si è trasformata in un attacco all’Afro-Napoli: Adam, oltre a essere stato oggetto di insulti, è stato anche preso a calci da tre giocatori della squadra di casa e da alcuni dirigenti, che hanno persino minacciato la squadra con un coltello. I giocatori della Real Fac Marano hanno anche usato le bandierine di campo come spranghe, tanto che Luca, un altro dei calciatori della squadra interetnica, ha ricevuto dei punti di sutura in testa mentre altri due giocatori hanno evidenti ecchimosi ed ematomi. Anche l’arbitro ha subito dei colpi ed è riuscito con mille difficoltà a decretare la fine della partita in uno scenario da rissa da strada.

afro napoli

Si è trattato di una vera e propria aggressione dettata dall’odio razziale camuffato da sport – spiega ancora il presidente Gargiulo – Come organizzazione aspettiamo il referto arbitrale, chiedendoci come sia possibile che certi personaggi sono presenti nel mondo dello sport, ed ancor di più in un campionato amatoriale. Attendiamo fiduciosi le decisioni degli organi competenti. Intanto continueremo ad andare avanti sempre a testa alta credendo nel nostro progetto e nei nostri ragazzi, nei valori che trasmettiamo e nella voglia di lottare e vincere, sia dentro che fuori dal campo“.

Accuse che vengono respinte dal Real Marano: “Già all’andata un nostro giocatore venne aggredito – tuona il presidente, Christopher Pelliccia, su un post pubblicato su Facebook -. Il loro portiere inveiva contro i nostri calciatori insultando pesantemente tutti. È capitato che un nostro calciatore ha risposto a quegli insulti in maniera forse eccessivamente colorita, ma non voleva assolutamente essere razzista. In passato abbiamo avuto anche un calciatore di colore, noi siamo contro il razzismo e ci distanziamo da quell’atteggiamento. Loro hanno inveito contro di noi e noi contro di loro, ma sono cose che in campo succedono frequentemente.

Anche io sono stato trascinato in questa cosa ma per difendere i miei calciatori che veniva aggrediti. Un loro calciatore ha estratto una spranga di ferro dalla sua borsa ed ha iniziato a colpire i nostri ragazzi. Questo calciatore dell’Afro-Napoli, almeno a sentire il suo allenatore, arrivava da un corteo ed era armato per questo. Personalmente credo che non sia quello il modo di andare a manifestare pubblicamente“. In conclusione Christopher Pelliccia si è scusato ancora per la frase razzista del suo calciatore ma passando all’attacco: “Noi siamo amici della gente di colore e sia in passato che nel presente abbiamo avuto calciatori di colore in rosa. Quella del razzismo è stata soltanto una scusa. È accaduta una cosa di campo, di cui ci scusiamo e che deve finire la. Ribadisco che noi non siamo razzisti e siamo pronti a denunciare queste persone per diffamazione. Hanno sfruttato un impatto mediatico improprio per metterci in cattiva luce“.

Insomma una storia triste, a prescindere da come siano andate le cose. Perché una partita tra persone che in teoria giocano per divertimento, si è trasformata in una vera e propria guerriglia a sfondo razziale.

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