Il manifesto di Koulibaly indica la strada: niente stress da primato. Prima le mura, poi nel caso si appende il quadro…

Sono giorni intensi per il Napoli. La squadra lavora sodo a Castel Volturno, domani sarà in ritiro e la decisione di Sarri è giusta: se non critico, di certo il momento è delicato, e stare insieme alla vigilia di un match così importante può servire per restare concentrati e non sprecare energie.

ANNOSO PROBLEMA – Hanno destato scalpore, nei giorni scorsi, le dichiarazioni dell’agente di Kalidou Koulibaly, Bruno Satin che – nemmeno troppo velatamente – ha criticato il Napoli per non essere ancora una società da considerare a livello dei top club europei. Qualcuno si è indignato, ma è innegabile che il club abbia ancora molta strada da fare per poter raggiungere certi livelli. Questione di tempo comunque, perché la strada tracciata da Aurelio De Laurentiis è quella giusta. E di pari passo alla società, deve crescere anche la squadra che, a detta di Sarri, non ha assorbito bene la sconfitta nel match scudetto con la Juve. É l’annosa questione dell’attitudine a competere per grandi risultati: la si acquisisce solo con il tempo, e l’ambiente deve avere la pazienza di saper aspettare. E in tal senso, le parole che Koulibaly ha rilasciato oggi alla radio ufficiale possono diventare un manifesto da mandare a memoria.

ESTOTE PARATI – “Sì, crediamo ancora nello scudetto e lo faremo fino alla fine. L’obiettivo minimo è tornare in Champions, cosa fondamentale per la nostra crescita ed il futuro. Non dobbiamo però metterci da soli troppe pressioni. Tre punti in undici partite sono recuperabili ma l’importante è blindare il secondo posto e, perchè no, regalare un sogno ai nostri magnifici tifosi”. Parole mature per il difensore senegalese che quest’anno con Sarri ha acquisito la giusta consapevolezza nei propri mezzi tecnici. La questione è semplice: il Napoli non è stato costruito per vincere lo scudetto. Fin quando la pressione era sugli altri, la squadra girava a mille. Poi la sconfitta di Torino ha cambiato – inconsciamente – le carte in tavola. Ha scalfito qualche sicurezza ai ragazzi di Sarri, mentre tutto l’ambiente continuava a chiedere il controsorpasso. Giusto allora liberare il Napoli da questa pressione. Il che non significa che gli azzurri non ci proveranno, anzi. L’ha detto Koulibaly: tre punti in undici partite sono un’inezia. L’obbligo, quello sì, è arrivare a quel secondo posto che consentirebbe al club di programmare economicamente la prossima stagione e alla squadra di giocare la Champions League senza passare per i preliminari. Una volta assicurate le fondamenta, se resterà spazio, il Napoli proverà ad appendere al suo muro un bellissimo quadro. Altrimenti ci riproverà l’anno prossimo. Con una casa già solida e pronta.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

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