Quel che il mondo Juve non capirà mai del mondo Napoli

Altro che storie. Juve-Napoli è già iniziata, in barba a tutti gli appelli alla calma lanciati a più riprese dai tecnici e dagli addetti ai lavori. L’aria è tesa, non potrebbe essere altrimenti. Ma ad aver paura, in questo momento, sembra soprattutto il mondo Juve. Lo si nota da alcune piccole, grandi, provocazioni.

Da Torino hanno iniziato già la settimana scorsa, prendendo come spunto le parole di Sarri: “La Juve ha un fatturato superiore, noi siamo lassù perché loro hanno sbagliato l’inizio di stagione”. Verità inconfutabili: il Napoli deve vincere prima di tutto lo scudetto del bilancio per non andare in affanno dal punto di vista economico. E poi c’è l’aspetto puramente sportivo: a inizio stagione nessuno avrebbe pronosticato gli azzurri in vetta a questo punto del campionato. Nemmeno Sarri, che pure si aspettava di fare bene, molto bene, con la squadra a disposizione: in caso contrario, non avrebbe accettato l’incarico. L’inizio della Juve non è stato semplice, ed è assolutamente giustificabile: sostituire in un sol colpo calciatori del calibro di Pirlo, Tevez e Vidal non era affatto semplice. Una volta trovata la quadra, Allegri ha iniziato la sua scalata. Questo il ragionamento di Sarri, che ha una base logica, condivisibile e molto veritiera. Eppure Tuttosport ci ha ricamato sopra pagine e pagine di giornali. Sì, è vero. Non sempre nel calcio vince chi ha più soldi: e meno male, aggiungiamo. Altrimenti favole come quella del Leicester non nascerebbero.

Hanno paura a Torino? Sì. Bisogna comprenderli: arrivano alla partita che può decidere molto – magari non tutto, ma molto sì – non proprio in condizioni perfette. Mancheranno tanti titolari ad Allegri, eppure potrà sostituirli senza abbassare la qualità della squadra. Potenza del danaro. Se al Napoli manca un centrocampista, sono dolori. Capito, Tuttosport? Ancora. Oggi c’è un’interazione importante tra i tifosi e i mezzi di comunicazione. I social hanno dato voce – giusto, per carità – a tanti. Che in queste ore però, parliamo di quelli di fede juventina, non perdono occasione per stuzzicare l’ambiente partenopeo. Parliamo soprattutto dei sostenitori bianconeri di stanza a Napoli. Che addirittura, in questi giorni, chiamano nelle varie trasmissioni sportive napoletane. Prendendo in giro nella migliore delle ipotesi – e fin qui tutto bene – insultando quando vengono messi di fronte ad una realtà che probabilmente a loro non sta bene.

Molti di loro parlano di invidia da parte dei tifosi napoletani. Sbagliano clamorosamente: l’invidia è un sentimento cattivo. Tutt’al più potremmo parlare di ammirazione. Ma quella va ai club che hanno scritto davvero la storia del calcio: Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United, Boca Juniors, lo stesso Milan. Ma la Juve, nell’immaginario calcistico collettivo, è tutt’altro che da prendere ad esempio. Basta chiedere in giro per l’Europa. E andarsi a rileggere le cronache della semifinale di Coppa dei Campioni del 1973: il Derby County di Brian Clough sconfitto 3-1 dai bianconeri alimentò forti sospetti sull’arbitraggio della partita. “I will not talk to any cheating bastards!”: “Non parlerò con nessun bastardo imbroglione”, disse Clough dopo la partita, rivolgendosi ai giornalisti al seguito della squadra bianconera. Per questo, e per un milione di motivi ancora, nessun napoletano potrà mai provare ammirazione per la Juventus.

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

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