Gli azzurri eguagliano un importante record, Higuain e compagni pronti a scrivere la storia

È un Napoli, quello targato Maurizio Sarri, che sta stupendo, settimana dopo settimana, sempre più l’intero mondo del pallone, in Italia ed anche all’estero, da dove piovono con cadenza quasi settimanale elogi per gli azzurri, per i singoli calciatori, per il tecnico. È un Napoli pronto a scrivere la Storia, con la S rigorosamente maiuscola. Dopo i cinque gol del San Paolo, la Lazio si arrende subendo due reti, anche all’Olimpico , tra le mura amiche che tanto amiche non sono, e permette al Napoli di salire a quota cinquantatré punti e di mantenere la vetta della classifica. Piccola curiosità: quest’anno nessuna squadra aveva mantenuto la vetta della classifica per più di cinque giornate, a differenza del Napoli che è capolista dalla diciannovesima e si prende anche questo insignificante ma singolare riconoscimento, sperando sia di buon auspicio, soprattutto per le prossime settimane.

Ma la cosa da notare, decisamente la più importante, è che il Napoli ha eguagliato il record di sette vittorie consecutive, che resisteva dalla stagione 1987/1988. Era la squadra di Maradona, quella della Ma.Gi.Ca (Careca era appena arrivato, n.d.r), guidata da Ottavio Bianchi e fresca vincitrice del tricolore nella stagione precedente, candidata numero uno a bissare in quell’annata che, invece, vide clamorosamente trionfare il Milan che balzò in testa al campionato a due giornate dalla fine, vincendo proprio al San Paolo e dando vita al grande ciclo di Arrigo Sacchi. Era un Napoli mangiatutto, divoratore di record in quell’annata: Maradona capocannoniere con quindici reti seguito da Careca a tredici, maggior numero di punti raccolti in casa e di partite vinte al San Paolo, record di gol, unica squadra a vincere con lo scarto di reti maggiore, un 6-0 al Pescara. E, dalla quattordicesima giornata alla ventesima, quel gruppo raccolse sette vittorie consecutive: Napoli-Fiorentina 4-0; Sampdoria-Napoli 0-1; Napoli-Cesena 2-0; Ascoli-Napoli 1-3; Napoli-Pisa 2-1; Napoli-Avellino 4-0 e Pescara-Napoli 0-1.

Oggi, il Napoli di Higuain ed Insigne, guidato dalla mano sapiente di Maurizio Sarri, eguaglia questo record battendo, nell’ordine, Atalanta, Torino, Frosinone, Sassuolo, Sampdoria, Empoli e Lazio e chissà, magari riuscirà a superarlo proprio domenica, quando al San Paolo arriverà il Carpi, ultima sfida prima del grande match del tredici febbraio allo Juventus Stadium, dove probabilmente si deciderà una buona parte della stagione. Ma vietato pensare troppo in grande, almeno secondo Sarri. È un record che non significa nulla, se si considera il fatto che il Napoli che lo stabilì, finì poi per perdere il campionato. La solita scaramanzia del condottiero che invita i suoi a mantenere i piedi per terra e a ragionare di partita in partita: i grandi successi si raggiungono con calma e lui, dall’alto degli anni di gavetta tra Eccellenza, Lega Pro e Serie B, lo sa meglio di chiunque altro. Il suo Napoli stupisce, per bel gioco e carattere, ma vincere sette partite non fa di una squadra, automaticamente, vincitrice finale. Le difficoltà sono tante e, dopo ogni gara, c’è sempre qualche errore da correggere e qualche dettaglio da limare. Eguagliare questo record non significa niente: sia perché i record sono fatti per essere battuti, sia perché l’unica chiave che conosce Sarri, per raggiungere i successi sperati, è il lavoro. E, come ormai noto a tutti, anche la squadra lo ha capito. È il grande pregio di un uomo sempre capace di estrapolare il meglio dai suoi. 

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