Da giocatore in esubero a centrocampista insostituibile! È il ritrovato Jorginho l’ennesimo capolavoro di Sarri

Acquistato a gennaio 2014 in piena era Benitez, il centrocampista ex Hellas Verona veniva a Napoli per aumentare la qualità degli azzurri in mediana. Ma Jorginho nel successivo anno e mezzo non solo non contribuisce quasi per niente alla crescita del Napoli, ma finisce addirittura per essere un elemento del quale liberarsi. Troppo ‘leggerino’; poco carattere; bravo solo in un centrocampo a tre. Di queste tre “accuse” forse solo l’ultima è accettabile. E in estate la sua partenza era data per certa, proprio in vista dell’arrivo di Mirko Valdifiori. Invece Jorginho è rimasto, ha lavorato in silenzio, all’ombra di “mister due tocchi” Mirko Valdifiori. E al momento giusto si è preso il posto che da sempre sperava di avere, ovvero da perno basso davanti alla difesa.

DA EMPOLI A EMPOLI: LA SVOLTA PASSA DA QUI – Empoli-Napoli, 13 settembre 2015. Risultato finale: 2-2. Altra partita incolore del nuovo arrivato Mirko Valdifiori. Qualcosa deve cambiare. Maurizio Sarri lo capisce. È un allenatore che sa bene cos’è la meritocrazia, visti i suoi tantissimi anni di gavetta. E allora cambia: Napoli-Brugge prima, e Napoli-Lazio poi. Due partite, dieci goal fatti. Entrambe da titolare per Jorginho che mette in mostra tutte le sue potenzialità. Dalla sfida di Europa League in poi nessuno insidierà più il suo posto da regista d’altri tempi. E ora per questo Napoli le sue geometrie sono un’ancora di salvezza in molti momenti della partita.

LA FASE DI POSSESSO DI JORGINHO – Come ogni grande regista che si rispetti, Jorginho contribuisce con il suo palleggio a far girare il Napoli in zone basse, medie e alte di campo. In base alla posizione del pallone e della squadra, il centrocampista sceglie la giocata da fare. In zone basse di campo, compito principale del metronomo azzurro è quello di ‘alleggerire’ il palleggio dei due centrali di difesa. Palla ad Albiol o Koulibaly, Jorginho va continuamente alla ricerca della posizione giusta per offrire linee di passaggio semplici ai due centrali. Ricevuta palla, la smista velocemente su uno dei due terzini o su i due interni di centrocampo, ovvero Hamsik e Allan. Superata questa fase, con il pallone in zone medie di campo, per Jorginho il lavoro si trasforma: non più semplicemente smistare, ma cercare di lanciare gli esterni (bassi o alti che siano) o trovare tra le linee Marek Hamsik. Il tutto, con una sicurezza quasi disarmante, testimoniato dai centocinque palloni toccati, con una percentuale di riuscita pari al 94,7%. Immenso.

IL ‘LEGGERINO’ DIFENDE COME UN LEONE – Sarà che avendo al suo fianco un mastino come Allan, anche la fase difensiva diventa molto più semplice. Sarà che la compattezza dei reparti voluta da Sarri fa la differenza. Sarà, ma questo Jorginho sorprende anche per un’altra capacità mai messa in mostra: l’inseguimento dell’avversario. Nel centrocampo a due di Benitez, per i mediani la fase difensiva conta più di quella offensiva, e Jorginho non è di certo un calciatore che può fare per il 70% della gara la fase di rincorsa dell’avversario e il restante 30% di impostazione. Ecco spiegate le difficoltà del ragazzo nel 4-2-3-1 del tecnico spagnolo. Ora invece, affiancato da due compagni, la rincorsa resta un elemento fondamentale, ma non incide in modo così determinante. Psicologicamente, sapere di non dover rincorrere l’avversario per la maggior parte della partita, paradossalmente ti porta a fare la fase difensiva con intensità maggiore. Ed è proprio quello che ora fa il regista italo-brasiliano. Abbina le sue innate capacità tattiche e motorie alla determinazione ritrovata grazie alla fiducia datagli da Maurizio Sarri.

Insomma, un calciatore ritrovato, rinato grazie alla ‘cura-Sarri’. Un altro miracolo del tecnico da inserire nella sua personalissima collezione: Koulibaly, Albiol, Hamsik, Insigne, Higuain e ….Jorginho. Un centrocampista che incide in modo netto in questo Napoli. E ora quei 8,5 milioni di euro spesi da De Laurentiis sembrano davvero pochissimi. Gli azzurri non possono più privarsene, Sarri non può più privarsene. E chissà che un giorno anche Antonio Conte possa pensarla allo stesso modo.

Nappo Salvatore
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