Hamsik alza la cresta: Marek indica la via e trascina il Napoli ancora in vetta

Quando l’aria si fa più rarefatta, quando i momenti sono quelli importanti, forse decisivi per dare una svolta ad una partita e forse una stagione, i campioni sentono un richiamo quasi naturale verso il gioco, verso il palcoscenico. Napoli-Sassuolo era passaggio fondamentale nel cammino azzurro per mille e più motivi e, dopo un inizio tutt’altro che semplice, tutto sembrava apparecchiato per una frenata. Con i fantasmi del Dall’Ara che iniziavano ad aleggiare sul campo di Fuorigrotta, Marek Hamsik ha sentito quel richiamo e ha dato il via, puntando tutto sulle certezze di un Napoli sempre più maturo e sereno, alla rimonta partenopea.

Testa alta, petto in fuori. La leggerezza, la semplicità con cui ricama il pallone fanno del capitano slovacco un raro esemplare di fuoriclasse: essenziale come pochi, inimitabile nel leggere le situazioni di gioco e spazi vuoti. Talento ed intelletto al servizio della squadra, unite ad una dose di nuova personalità che deriva dalla fiducia conferitagli dal trattamento Sarri: è la nuova versione di Marek Hamsik, trascinatore non più travolto e condizionato dalle emozioni. Lo slovacco avverte nell’aria la difficoltà di imbastire la manovra nei primi minuti di gara e si abbassa accanto a Jorginho per prendere per mano la squadra, affidandosi ai compagni di viaggio sulla sinistra per confezionare l’azione del pareggio di Callejon.

Non basta: c’è da alzare il pressing, chiamare a raccolta tutte le truppe a mo’ di Leonida alle Termopili. I trecento azzurri ottundono le capacità neroverdi di fare gioco, capovolgendo lo spartito del primo quarto d’ora. Il trascinatore è il capitano: cresta alta, la grinta che esce fuori nel contrasto vincente con Vrsaljko, la lucidità e la visione di gioco che permette ad Higuain di graffiare ancora Consigli. L’argentino omaggia l’assistenza, il San Paolo riabbraccia  il suo Marekiaro.

Il secondo tempo è emblematico per sagacia tattica e brillantezza: l’intelligenza nel porsi sempre nel posto giusto, al momento giusto, per filtrare l’azione avversaria in prima linea e far ripartire il contropiede; il controllo a seguire, con annessa veronica, che elude ed illude il pressing avversario è oramai arma conosciuta nella faretra dell’ex Brescia, ma non per questo non strappa applausi ad ogni esecuzione. Destro, sinistro: Hamsik è ovunque, ma passa inosservato, come i migliori Campioni.

Due gol, un assist ed una presenza ingombrante in questo inizio di 2016 del Napoli: ecco un rinnovato Hamsik, che ruggisce e trascina la sua squadra, simbolo ed emblema di una città intera finalmente matura che continua a sognare.

Andrea Bugno
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