Tarantelle napoletane

Freccia a sinistra e sorpasso. Un vuoto di due lunghezze che non descrive in modo appropriato la dimostrazione di forza del primo Napoli di Sarri. Gioco armonioso, equilibrio ritrovato e un Higuain con pochi rivali in Europa. La testa della classifica, ora come ora, è un’elezione a pieni voti. Ma sarà il mandato da qui a giugno a testare le qualità da leader.

La tarantella azzurra è solo ai primi passi. Il morso della “taranta” (la tarantola), dal quale prenderebbe vita secondo la tradizione il nome della famosa danza popolare, sta scatenando pian piano i suoi effetti. Il veleno si è impossessato di questo gruppo, l’ha avvinghiato e trascinato ad ottenere 19 vittorie nelle ultime 23 gare tra campionato e Coppe. Spettacolo irrefrenabile condito da cinquine e divertimento. Senza tempo e senza tregua, straziando avversari che faticano a vedere la palla come ammesso dal centrocampista frusinate Gucher. Il miglior attacco, la miglior differenza reti, il miglior rendimento in casa, le migliori statistiche nelle coppe europee. Ora il morso bisogna darlo al campionato. Da lassù un buon burattinaio sa come far muovere le sue marionette.

Tuttavia, nel gergo nostrano, di “tarantelle” attorno a questa maravilla da 41 punti se ne susseguono giorno dopo giorno. E ce ne siamo fatti una ragione ormai. Senza riportare ulteriormente in auge le pillole del saggio festeggiamento inviate da Zvonimir Boban, potremmo rammentare il polverone sollevato attorno alla non-esultanza con annesse scuse di Quagliarella dopo il gol al Napoli. Il buon Fabio ha pensato di scusarsi con una missiva social anche con i tifosi granata, riuscendo a raddoppiare il caos e beccandosi anche un pesante striscione al suo ritorno all’Olimpico. La prossima volta festeggerà, probabilmente. E ricordate gli “ex” calciatori Zuniga e De Guzman? I desaparecidos dal peso d’oro, tutto sul groppone della società partenopea. Entrambi fuori rosa da secoli e con frecciatine al pepe twittate di tanto in tanto. L’ultima dal redivivo De Guzman, ribattezzato “No, man!”, che accusa da Instagram chi negli ultimi mesi gli ha “bloccato la carriera”. In ogni caso, entrambi i separati in casa stanno approdando su nuovi lidi. Il taglio di rami secchi si può ritenere pressochè ultimato.

Con il calciomercato in pieno fermento, De Laurentiis è dovuto intervenire in tackle domenica scorsa per troncare le continue voci su un possibile addio di Manolo Gabbiadini: “Il ragazzo resterà con noi, il procuratore continui a ballare le sue tarantelle”. Affermazioni dure ed inequivocabili, sperando di tamponare lo strapotere che purtroppo gli agenti hanno ottenuto nel calcio odierno. Ma il presidente, diciamocela tutta, ha doti da ballerino consumato. Il Napoli più  ambizioso della sua gestione ha bisogno del suo intervento per rimanere in cima fino a maggio. E’ abituato a rincorrere assatanato le squadre avversarie fino agli spogliatoi, quando invece si arresta diviene vulnerabile. Il fuoco che arde non deriva solo dalla tarantola, ma anche da un minutaggio non elevatissimo. Il patron ha sbandierato ai quattro venti il budget stanziato, ha promesso due o tre rinforzi e parlato addirittura di quindici profili visionati. Ora, però, fermi la musica altrimenti si crea confusione. Perchè vanno scelti calciatori che si integrino velocemente e senza crisi di rigetto in questo perfetto organismo pluricellulare. No alle prime donne, così come no ai rincalzi: l’identikit deve essere accurato e il tempo intanto scorre tiranno. Non vorrei ci si impantanasse in un altro assurdo caso Soriano o, nella peggiore delle ipotesi, si arrivasse a sperperare il tesoretto per la mancanza di alternative.

La sessione di gennaio può ancora ridefinire lo scenario e le potenzialità delle cinque battistrada. Eppure, attenendosi alle statistiche degli ultimi due mesi e mezzo, si profila una sfida entusiasmante alla Juventus fino all’ultimo rantolo. Bianconeri tarantolati dal Sassuolo in poi, con nove vittorie di fila che hanno cucito la bocca a chi li riteneva bolliti. Un avvertimento al campionato: la fame dei Campioni d’Italia non si è esaurita. Gradino dopo gradino, la Vecchia Signora si avvicina sorniona e ha già allungato le mani sul pomello del nostro portone. Le chiavi, però, sono in mano a noi. E, solitamente, chi prova a scassinare casa ad un napoletano potrebbe anche riuscire ad entrare. Il problema sarà uscirne. Integro.

Ivan De Vita

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