LA SVOLTA AZZURRA – Il cambio del sistema di gioco è la dimostrazione dell’umiltà e dell’intelligenza di Sarri

Il Napoli chiude il girone d’andata al primo posto. Non accadeva da quasi trent’anni (ventisei per l’esattezza), non accadeva da quando tra gli undici in campo c’era quel signore che di nome fa Diego Armando e di cognome Maradona. E chi ci avrebbe sperato a inizio anno, soprattutto dopo quei risultati negativi iniziali. Soprattutto dopo il caso-Soriano all’ultimo giorno di mercato. Quanta insoddisfazione nei tifosi, quanta paura di dover vivere una stagione da non protagonisti. E invece Sarri in questi mesi ha lavorato, spesso in silenzio, seguendo la sua strada, la sua filosofia, la sua religione che resta il bel calcio. Pensando solo a far crescere la squadra e i singoli calciatori, e cambiando sistema di gioco per far felice qualche calciatore e, chissà, anche sé stesso in modo da liberarsi dai fantasmi toscani. Arrivare dall’Empoli e da un 15° posto di certo non ti aiuta, ma “Mister 33” ha fatto orecchie da mercante, pensando solo al campo (il suo tempio). La svolta contro la Lazio, i tanti risultati utili messi in fila, il primato strappato all’Inter il 30 novembre. Piovono complimenti, ma Sarri continua a fare orecchie da mercante. E ora, un giorno all’improvviso il suo Napoli è campione d’inverno.

LA PARTENZA COMPLICATA – Tre partite, due punti e tanti malumori, sicuramente non da parte della squadra. Ma i mugugni tra i tifosi si moltiplicavano di giorno in giorno: “ecco cosa significa non investire su squadra e allenatore”: è la sintesi del morale dei napoletani quando il Napoli non vinceva, quando gli azzurri pareggiavano contro squadre considerate di bassa classifica (sarebbe il caso di ricordare che attualmente Sassuolo ed Empoli occupano rispettivamente 6° e 7° posto della Serie A). Ma i partenopei hanno anche una grande qualità: riescono a capire quando dietro due occhiali enormi c’è studio e preparazione, quando sotto una tuta da uomo di campo c’è anche un’anima e un cuore. E infatti i tifosi del Napoli non persero mai definitivamente la fiducia nel mister e nella squadra, neppure in quei momenti complicati.

LA SVOLTA TATTICA – L’intelligenza il tecnico dimostrò di averla quando contro il Bruges cambiò sistema di gioco, accantonando il suo fedelissimo 4-3-1-2 e affidandosi al 4-3-3 che meglio sembrava rispondere alle caratteristiche dei singoli. La sfida con i belgi portò cinque goal e la vittoria all’esordio europeo del tecnico. La seconda prova d’intelligenza Sarri la diede contro la Lazio riconfermando le tre punte e non facendosi prendere dalla tentazione di ritornare sui suoi passi. Contro la squadra di Pioli, il Napoli mise a segno altre cinque reti e portò a casa i primi tre punti in campionato. Da lì in poi in sedici partite arriveranno dodici vittorie, tre pareggi e una sconfitta. Un rullo compressore che ha regalato il titolo di campione d’inverno. Una svolta decisiva. L’umiltà e l’intelligenza del tecnico, per una volta, al servizio della squadra.

L’IMPORTANZA DEL SISTEMA DI GIOCO – Smentirsi e contraddirsi in certi casi può portare ad analisi accurate e approfondite. E quindi ci chiediamo: ma quanta importanza si può dare al passaggio dal trequartista alle due ali? Volendo provare a tirare fuori anche una percentuale, si potrebbe dire che può aver inciso per un 50%. E l’altra metà? L’altro 50% è tutto nella testa e nelle motivazioni. La verità è che a quel Napoli serviva una prova concreta del lavoro del mister, e quei dieci goal in pochissimi giorni portarono tutto ciò. Da quel momento in poi, Maurizio Sarri è entrato nella testa dei calciatori e non ne è più uscito. Azzurri ipnotizzati dal lavoro innovativo del tecnico e ‘innamorati’ dai suoi modi di dire le cose in modo semplice e schietto. Da quel momento in poi, gli azzurri non si sono più fermati e al loro fianco hanno ritrovato anche i tifosi. E anche questo è merito di Maurizio Sarri.

Grazie per questa immensa gioia, mister, ora anche gli scettici credono in te. E quanti in queste ore ti staranno elogiando, quando invece sei mesi fa pensavano solo ad attaccarti. Quanti ora diranno che sei bravo, mentre 180 giorni fa, giorno più giorno meno, sostenevano l’esatto contrario. Grazie per averli smentiti, grazie anche di questo. Grazie Napoli. Grazie per il titolo d’inverno.

Nappo Salvatore

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