Non chiamatele seconde linee, tra la stima di Sarri e la voglia di riscatto: “Se giocano elementi come Gabbiadini, Mertens o Chiriches…”

Nessun caso, solo sana, sanissima, voglia di emergere, dimostrare tutto il proprio valore. Logico e naturale quando le doti zampillano da ogni giocata, da ogni metro calcato sul rettangolo verde. La rosa partenopea va integrata, oltre il legittimo pensiero di Maurizio Sarri, ma già ad oggi può vantare giocatori di valore assoluto con un minutaggio che non rispecchia a pieno le qualità di determinati interpreti.

Numeri. Le statistiche, numeri freddi ma chiarificatori, chiariscono a primo impatto quanta qualità covi sotto un impiego esiguo, ma figlio delle necessità di cementare un equilibrio fondamentale nella costruzione del nuovo corso. Sette reti in 793′ per Dries Mertens, capocannoniere con cinque realizzazioni, al pari di Callejon, in Europa League. Il miglior dodicesimo del campionato, baricentro basso ed esplosività nel breve che si abbina ad una tecnica sopraffina, capace di stordire qualunque retroguardia fin dai primi passi a partita in corso. Reclama spazio, come giusto, in vista di un Europeo da vivere in prima linea con il suo Belgio. Discorso che tocca, molto da vicino, Manolo Gabbiadini, per l’attaccante di bergamasco, da elemento quasi essenziale nei disegni di Benitez, uno spazio sempre meno marcato in questo nuovo corso, causa motivi tattici ed il miglior Gonzalo Higuain di sempre. Il solito vizio, quello nell’indole fin dalla nascita,  sempre lampante ed in evidenza, una propensione alla rete racchiusa in cinque marcature in 480′ minuti giocati. D’istinto, opportunismo o innescando il suo mancino dai tratti sovrannaturali non fa alcuna differenza. Il minutaggio esiguo come mancanza d’ossigeno, a frenare la corsa che porta ad Euro 2016 con la Nazionale di Antonio Conte. Manca all’appello Vlad Chiriches, per lui il posto all’Europeo con la sua Romania è assicurato ma non per questo la voglia di reclamare spazio è inferiore ai compagni sopra citati. Undici presenze per il classe ’89 ex Spurs senza mai dare segni d’incertezza, elegante in marcatura e come fonte di primo passaggio, oltre a una predisposizione mai banale all’inserimento sui calci piazzati. Una colonna a cui Sarri ha sempre fatto affidamento senza batter ciglio, quando necessario, posta l’alchimia e il rendimento che ad oggi fa del duo Albiol-Koulibaly una granitica certezza nell’undici titolare.

Spiragli. Ora viene il bello, perché l’assetto è ormai consolidato e le esigenze di calendario costringeranno il tecnico azzurro ad impiegare al meglio tutti i propri interpreti a disposizione. Ritmi frenetici alle porte a partire dal mese in corso fino a un febbraio che si prospetta per cuori fortissimi. Calendario alla mano gli azzurri scenderanno in campo con continuità ogni tre giorni, Sarri lo sa e proprio alla vigilia della gara contro il Frosinone non si nasconde in tema di turnover: “Qualcosa cambieremo sicuramente. Se giocano elementi come Gabbiadini, Mertens o Chiriches non sono preoccupato e loro non dovrebbero essere meno preoccupati”. L’univoca stima nei confronti dei propri giocatori non è mai stata in discussione, ribadita anche in sede di mercato in uscita. A breve sarà il campo a regalare gloria e spazio dovuto anche a chi ha avuto meno modo di esprimersi al meglio. Non chiamatele seconde linee, ora tocca a loro.

Edoardo Brancaccio

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