Gonzalo sorride, Pepe canta, Lorenzo scherza e Marek fa il brindisi: un capodanno indimenticabile con il Napoli!

Una giornata a ritmi elevatissimi, tra vento e caos cittadino: gli ultimi preparativi ormai fervono e voglio che tutto sia perfetto. Non può essere altrimenti quando hai degli ospiti speciali a cena e sai di non poter sbagliare anche perché si sa, quello che succede a Capodanno succede tutto l’anno. Mamma mia e che responsabilità! Ma non ci pensiamo, ho organizzato tutto nei minimi dettagli a partire dal menù, rigorosamente azzurro e con riferimenti non troppo puramente casuali ai commensali. Si parte dall’antipasto Pipita e si termina con il dolce a giro Lorenzinho, proprio per non far prendere collera a nessuno.  Stasera niente convenevoli, niente formalità: ci si diverte, si sta tra amici, non si parla di calcio. Eh sì, la battuta del secolo. Lo sappiamo che appena aprirò la porta la mente andrà alle loro imprese, che continueranno a riecheggiare tra i miei neuroni impazziti ancor più quando i postumi capodanneschi saranno svaniti e nella mia mente resterà solo un nebbioso ricordo di ciò che è accaduto, credendo ancora sia un sogno. Un sogno assurdo.

La cena è pronta, con il magico aiuto della mia preziosissima mamma ma al sottofondo ci penso io: niente di meglio di una cumbia, per un’escalation verso note più conosciute a noi comuni e fieri terroni: Pino Daniele a tutto spiano, tra verve e romanticismo, la colonna sonora perfetta per una serata speciale. In loop ritmi latini, un po’ di reggaeton ed una sorpresa che riservo a Pepe, per un momento che sogno da mesi. Alle 20 precise bussa la porta: immaginavo già chi fossero, in tutta la loro precisione: Manolo e Martina Gabbiadini, nella più grande semplicità. E’ una delle coppie che preferisco, senza orpelli, senza forzature. Con loro Mirko Valdifiori ed il suo entusiasmo contagioso, un partenopeo doc nato per caso in provincia di Ravenna. Passano i minuti e la mia tensione cresce. M’hann fatt o pacc, penso ma poi poco alla volta, il campanello inizia a suonare quasi a ripetizione. E poveri i vicini. Arriva Gabriel, con aria buffa e rilassata: con lui Jenny e Lorenzo Insigne con prole a seguito, dei mini scugnizzi tutti da coccolare. Con Lorenzinho la festa già si anima ma soprattutto, schiatta tutti ncorpo: ma i suoi compagni lo sanno e lo conoscono meglio di me, stanno al gioco e con qualche scappellotto, portano pacienza.

Qualcuno che mi ha fatto il pacco c’è: sono Kalidou, fermato da impegni di famiglia. Peccato, sarebbe stato in ottima compagnia. Ma ci sta, spero non mangi troppo che lo vogliamo in forma contro il Torino. De Guzman e Zuniga invece, li ho avvertiti ma non hanno risposto al mio messaggio: desaparecidos di nome  di fatto. Poco alla volta gli azzurri si compongono: da Hysaj a Ghoulam fino a David Lopez e Jorginho, non vuole mancare proprio nessuno. Ma io aspetto lui, che bussa. In realtà non lo vedo, perché anticipato da Juliette, il fido amico a quattro zampe della famiglia Mertens. Sbuca Dries, elegantissimo e con una bottiglia di champagne: i presupposti sono fantastici ma non per niente è il mio preferito! Tra gli ultimi la gang spagnola: Callejon ed Albiol, con le bellissime wags azzurre e capitan Hamsik, impeccabile con un panettone artigianale con tanto di cresta e mini Marek a seguito. Un po’ più in disparte il Pipita, versione relax. Ok, ci siamo tutti. O quasi. “Uagliù, ora si può iniziare a mangiare!”. Una voce rompe il silenzio: è Pepe Reina! Ora sì che si può davvero cominciare.

Si mangia, tanto, bene, con gusto. La cosa bella, è che sembra di conoscere tutti da una vita. Non c’è imbarazzo, non ci sono momenti di pausa per paura di dire una cosa sbagliata. Si scherza dei propri difetti e dei limiti: “Gonzà nel 2016 che ne dici di tornare a battere i rigori…Marek ne sarà felice!” tuona il solito Lorenzo, con l’argentino che sorride di gusto e gli risponde a tono, così come Marek. Ma il vero mattatore è lui, Pepe e non potrebbe essere altrimenti. Ecco che approfitto della goliardia, gli piazzo il microfono in mano e faccio partire la base di La Bamba per un bis di Dimaro questa volta made in Naples. Albiol scappa in cucina, per la serie buono sì ma fesso no, ma questa volta a fargli da spalla è Calleti, insieme ad un Mertens candidato numero uno a Sanremo, cadenza spagnola a parte. E chi se lo scorda. Tra un roccocò e gli infiniti brindisi di Reina, si avvicina la mezzanotte. Di già. Quasi mi dispiace, queste ore stanno volando, così come il 2015. Infondo è stato proprio un bell’anno ed il 2016 dovrà essere necessariamente almeno all’altezza. “C’è qualcosa che ti preoccupa?” mi dice Christian, quasi come un fratello maggiore. E’ sempre pacato e gentile, un uomo d’altri tempi. “Tutto bene, è bello stare qui con voi”. “Uèèèè e che pesantezz!” Ecco. Inutile provare a fare i seri quando in giro c’è Lorenzo! Gli sorrido e preparo lo spumante, la mezzanotte è vicina.

Dieci, nove, otto… e mi giro intorno. Sono loro, i campioni di oggi, amici per una notte, idoli di sempre. Semplici, ambiziosi, umili. Con tanta voglia di arrivare lontano. Sette, sei, cinque…Li vedo, con le mogli, i figli, tra sorrisi e risate, battute e prospettive. Di Napoli si è parlato poco ma negli occhi leggo quel fuoco di chi sa cosa vuole ma soprattutto come prenderselo. Quattro, tre due… “Un momento hermanitos!” Questa volta è Gonzalo a prendere la parola. “C’è il mister a telefono!”. Carramba che sorpresa! Il primo buon anno l’ha ricevuto proprio lui, l’artefice di tutto. Di quei sorrisi, di un gruppo che in realtà è una famiglia. Si sussueguono i messaggi, gli auguri. Ormai è mezzanotte, ormai è il 2016. Ormai si volta pagina. Ancora una bottiglia, l’ultima da dividere insieme. La stappa il capitano. “Ragà, è tempo di esprimere un desiderio”. Ci guardiamo tutti ma nessuno parla: sappiamo già a cosa abbiamo pensato.

Alessia Bartiromo
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