El Kaddouri è l’uomo in più, con talento e pragmatismo. È un’altra vittoria di Sarri…

“Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?”. Ora: con Battisti ed El Kaddouri nella stessa frase, qualcosina non dovrebbe quadrare. Eppure le storie che s’intrecciano, da sempre, vanno a finire nei taccuini dei cantautori e nelle pagine nostalgiche del calcio. Ecco: pensando al marocchino, ce ne sarebbero almeno altre venti, di storie pronte ad intrecciarsi. A partire da questa serata fatta di gol, assist ed emozioni.

ALTRA PAGINA – E Omar, a suo modo, ne sta scrivendo ancora un’altra. Perché certi treni, se ritornano, non devi più farteli scappare. Anzi: occorre rincorrerli, recuperarli e riprenderli al volo. Aggrappandosi a quel che viene, dunque lavorando e facendo fruttare la sorte al massimo livello. Per intenderci: fare sei assist e due reti in quattordici partite – neanche tutte giocate dall’inizio, anzi – vuol dire proprio questo. Vuol dire in modo meravigliosamente pragmatico che il “carpe diem” non è solo roba da tatuaggi.

UOMO IN PIU’ – Ala, trequartista, mezzala: oh, lui sta dove lo metti. E senza fiatare, e senza sbagliare. Per Sarri è però diventato ben presto l’alternativa alla solidità di Callejon, tant’è che tra dettami tattici e ordini di campo, Omar pare sia già cresciuto in modo fenomenale. Impressioni, s’intende. Ma fino ad un certo punto: certe corse all’indietro, certe giocate, certi movimenti – anche, soprattutto senza palla – non li aveva mai fatti. Contro l’Hellas, solo l’ultima prova: El Kaddouri è un giocatore su cui si può puntare. Senza “se”, senza “ma”. E senza paura.

CHE STORIA! – È tornato, con neanche una misera certezza sul suo futuro. Tra le offerte e nuove prospettive di calcio, alla fine ha vinto Sarri: che l’ha visto, l’ha valutato e se l’è tenuto decisamente volentieri. Ora finalmente ha avuto la seconda chance tanto agognata: e finora, di passaggi a vuoto, non se ne trovano neanche eliminando il senso metaforico. Manca solo l’ultimo tassello per iniziare a chiudere un po’ di cerchi: il gol in campionato, ad esempio. Magari in una partita da attore protagonista. Dura, durissima: chi gli sta davanti ha le sue buone ragioni per farlo. Però sai com’è, Omar: sarebbe un’altra storia, un’altra di quelle che s’intrecciano. Un’altra di quelle che ci piacciono tanto.

Cristiano Corbo

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