Il Roma – “Dalla prudenza catenacciara di Garcia alla seria modestia del Napoli di Sarri: ma adesso, attenti alla Juve…”

Registrato l’inutile Derby del Sole lancio per l’ennesima volta un avviso ai naviganti, al Napoli, alla Roma, alla Fiorentina e alla pur lodevole Inter: attenti alla Juve. Il poeta Allegri invoca la primavera per cominciare a vivere il suo secondo sogno ma la Signora Omicidi vuol esser già pronta per l’inverno del loro scontento. Praticamente inarrestabile, macina vittorie e rende appassionante un campionato che lei assente sarebbe stato modesto. La speranza di vederla travolta dalla nostalgia di un Tevez rabbioso e di un Pirlo magico s’è presto dissolta e adesso è tornata la Nemica di tutti. Ma restiamo coi piedi per terra guardando con realismo la classifica che la vede “solo” quarta.

Con Udinese-Inter, Napoli-Roma e Juventus-Fiorentina doveva essere il weekend della Verità. La prima di tante, naturalmente. Quasi uno scudettino da metter sotto l’albero. E il primo verdetto provvisorio (non sghignazzate, la giustizia nazionale ci mette anche otto anni per emettere una sentenza discutibile) è tuttavia solare: l’Inter non è solo prima con buon vantaggio per quella pur invidiabile sequenza di risultati avarissimi che ne rivelavano il cinismo produttivo, ma ha fatto passi da gigante nella qualità a Udine con un 4-0 ai friulani che non va preso come una generosa regalìa ma il frutto di un cinismo organizzato.

Il prepotente ritorno al gol di Icardi m’è rimasto negli occhi dopo aver visto Higuaìn, Insigne, Dzeko e Pjanic trafficare per andare a rete purtroppo senza rabbia agonistica, quasi preparati a un insipido zero a zero della paura che avrebbero sottoscritto alla vigilia. Sì, il fu Derby del Sole l’ha giocato soprattutto il Napoli senza tuttavia tentare il colpaccio con una di quelle giocate che avrebbero addirittura ritoccato la storia azzurra (nona partita con gol e il Pipita avrebbe raggiunto il record di Maradona); sarebbe offensivo dire a Sarri di aver mandato in campo una squadra spaventata ma è onesto ammettere che le paure della Roma, interprete di un match degno del Rocco padovano, hanno contagiato i napoletani, timorosi forse di un contropiede avventuroso e vincente dei giallorossi come di una solitaria ma decisiva punizione di Pjanic. Garcia ha scoperto una prudenza catenacciara dopo la fischieria di Champions e le sorridenti minacce di Pallotta; Sarri forse ha risposto alla sua serietà condita di modestia e non ha voluto fare lo smargiasso infierendo su un avversario preoccupato solo di non perdere.

Peccato, perché il Napoli ha la forza per andare lontano ridente e vittorioso com’era Higuaìn solo una settimana fa, ma rischia di non cogliere il giusto frutto della sua evidente supremazia per un’improvvisa paura di vincere, anche questa colta sul volto dell’improvvisamente amareggiato bomber argentino. Solo Hamsik ci ha provato, fallendo il gol per sfortuna e anche perché Szczesny ha fatto miracoli, solo El Kaddouri ha avuto davvero fra i piedi la palla più pericolosa: troppo poco per una Roma “non pervenuta” dove anche Salah l’Egiziano sembrava un operatore turistico di Sharm El Sheikh; se si crede in un futuro glorioso bisogna prima costruire un presente audace. Dalle signore del gol (28 il Napoli, 30 la Roma) era comunque giusto pretendere ben altro spettacolo. Adesso si sveglino: la Signora è tornata, esaltata da un Dybala la cui splendente giovinezza è un tesoro del calcio.

Italo Cucci per Il Roma

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