“Abbiamo fatto abbastanza per segnare un goal”. Rudi Garcia, la partita con il Napoli, avrebbe voluto portarla a casa. Poco importa che la sua squadra sia stata schiacciata sotto l’urto dei calciatori di Sarri, i quali hanno collezionato 12 tiri contro i 5 giallorossi e il 60% del possesso palla. Nel calcio le statistiche sono fini a sé stesse, ma per Napoli-Roma rispecchiano in modo veritiero l’andamento di una gara a senso unico, con gli azzurri non particolarmente cinici sotto porta ma pericolosi in ogni circostanza. In grado, insomma, di andare in goal da un momento all’altro. Garcia, però, non ci sta: polemizza per il goal non concesso (palla uscita?), richiama l’attenzione sui tre punti che avrebbe potuto portare a casa: “Nel primo tempo abbiamo tirato con Salah e Dzeko, nel secondo De Rossi aveva segnato. Bastava una ripartenza per vincere e siamo stati vicinissimi a farlo”.
C’è un dato che, però, condanna la Roma e mette a tacere Garcia: i suoi uomini hanno toccato il pallone nell’area di rigore appena cinque volte. Una difficoltà evidente, dovuta allo strapotere di Koulibaly, all’ottima tenuta sulla corsia destra di Hysaj, ma anche all’incapacità dei giallorossi di innescare Dzeko. Il malcapitato Edin, braccato e sovrastato più volte dal numero 26 azzurro, ha dovuto svariare per tutto il campo in cerca di assistenza, non osando neppure mettere piede nei sedici metri protetti da Reina. Gli esterni Salah e Falque, poi, si sono tenuti a distanza in totale apatia, senza cercare mai l’affondo. Quei cinque tocchi, insomma, sono l’emblema dell’andamento di un’intera partita. Un dato che confuta le parole di Garcia e che non può essere alterato. La Roma è stata catenacciara, rintanata nella propria metà campo, spaventata in mediana. L’esatto contrario di quanto dice il suo allenatore, il quale ha visto una squadra che non ha “lasciato un centimetro agli avversari”.
Questa la foto della statistica tratta da Opta:
Un altro dato che inchioda la Roma è la totale mancanza di conclusioni verso la porta, se si eccettua il colpo di testa a gioco fermo di De Rossi. Non accadeva dal 2008 che la squadra capitolina non calciasse mai nello specchio avversario. Ma, secondo qualcuno, si può andare vicinissimi alla vittoria anche senza mai vedere il portiere rivale impegnato.
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Vittorio Perrone
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