L’amore, la nascita del figlio, il primo goal in Nazionale e l’infortunio: per Gabbiadini Bologna è più che una semplice città

Infortunato, ma non per molto tempo. Perché la voglia di tornare in campo è fortissima, la determinazione, la grinta e la professionalità sono sempre le stesse, qualità indispensabili per un ragazzo di 24 anni. Manolo Gabbiadini da lontano vede il campo più nitido, il rientro è a un passo. Parola di Alfonso De Nicola, il direttore dello staff medico azzurro. Tornare domenica, poi, ha un’importanza ancora maggiore. In primis, perché a Bologna Manolo ha lasciato una parte del proprio cuore. Una stagione in prestito, con 31 presenze e 7 reti, bastevole per imprimere un ricordo indelebile nella tifoseria rossoblu.

Il passaggio in Emilia-Romagna è stato fondamentale per la crescita del ragazzo, non solo a livello professionale ma anche sotto il profilo personale e sentimentale: è lì che ha conosciuto la sua Martina ed è lì che è nato il figlio Tommaso lo scorso 18 novembre. Lo stesso giorno in cui, proprio al Dall’Ara, Gabbiadini disputava l’amichevole con la Romania in maglia azzurra, quella della Nazionale. Ricordo agrodolce: da un lato la felicità per il primo goal con la selezione di Conte, celebrato con tanto di tweet e dedica alla città di Bologna (“Felice che sia successo lì”), dall’altro l’amarezza per la distorsione alla caviglia che tuttora lo tiene lontano dal campo.

Ancora per poco, però. L’obiettivo primario di Gabbiadini è quello di tornare sul terreno da gioco. Sarebbe ancora più speciale se ciò accadesse domenica a Bologna, che per Manolo rappresenta più di una città: è il simbolo della propria maturazione. In fondo è anche attraverso le vie impervie che si raggiunge la consacrazione. Lì, a Bologna, Gabbiadini è diventato un uomo. Oggi, deve tornare in campo e superare un infortunio per tornare più forte di prima. Stavolta, però, con la maglia del Napoli.

Vittorio Perrone
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