Le pagelle di Club Brugge-Napoli: azzurri in scioltezza. Koulibaly è devastante, Chiriches, prima gioia. Chalobah: dinamismo e personalità. El Kaddouri e Callejon…

Gabriel 6: Ritrova il campo dopo Varsavia ma non ha molte occasioni per mettere in mostra le sue qualità. Qualche intervento in uscita e poco altro, i compagni della retroguardia gli lasciano le briciole.

Maggio 6,5: Prosegue la scia di ottime prestazioni che ad oggi hanno caratterizzato l’Europa League del vice capitano azzurro. Puntuale in marcatura sull’out destro, salvo qualche imprecisione. Ingenua, per un calciatore della sua esperienza, l’ammonizione per proteste che rischia di condizionarne la prestazione per un’importante frazione dell’incontro. Dà il meglio in fase offensiva, sempre incisivo quando si stacca ad attaccare la sua fascia di competenza, chiude – senza assolutamente demeritare – nei tre avanti.

Chiriches 6,5: Vossen e compagni stazionano dalle sue parti trovando raramente spiragli nelle sicurezze dell’ex Totthenam. A referto un paio d’incertezze che non intaccano una prestazione puntuale nell’anticipo e nel senso della posizione, sempre propositivo nel salire palla al piede. Al Jan Breydel va in scena l’ennesima, impeccabile, replica delle convincenti uscite con cui il romeno ha ormai consolidato il suo ruolo di alternativa di primissimo livello nelle gerarchie di Sarri. Ha il merito di sbloccare il risultato al nel finale della prima frazione di gara: ottimi tempi d’inserimento sul piazzato di Valdifiori e lesto nel battere Bruzzese con un destro sporco.

Koulibaly 7: Il suo salto di qualità è senza alcun dubbio quello più esponenziale in questo nuovo corso azzurro. Un colpo di spugna deciso sull’approssimazione che aveva contraddistinto la sua prima annata alle pendici del Vesuvio. Che si tratti di interventi al limite o in scioltezza la resa è sempre essenziale, di una sicurezza disarmante. Quando è chiamato ai ripiegare in velocità annichilisce i diretti avversari forte della sua strabordante superiorità atletica.

Strinic 6,5: Lampi e folate che ricordano l’ottimo primo scorcio d’esperienza in azzurro. Tanto piglio e personalità nelle proiezioni offensive, continua la ricerca della superiorità sulla sua fascia di competenza. Mai in apprensione in fase difensiva, dove si esprime con numerosi ottimi interventi.

Chalobah 6,5: Esordio assoluto in maglia azzurra dal primo minuto, il giovane scuola Chelsea emerge con una prestazione convincente. Passo e lettura dei tempi di gioco, non si tira mai indietro. S’inserisce con naturalezza nei meccanismi di Sarri nella zona nevralgica del campo. Rapido, dinamico, un prospetto sul quale non mollare la presa con eccessiva disinvoltura.

(Dall’81’ Allan sv)

Valdifiori 6,5: Dirige i lavori a metà campo con flemma e sicurezza. Accorcia ed allunga con continuità garantendo respiro e profondità al fraseggio. Ispirato, in uno-due tocchi, rari i palloni sprecati. Sempre velenoso sui calci piazzati, da un suo corner ispirato nasce il vantaggio azzurro.

David Lopez 6: Impatta sul match con personalità, da un suo spunto nasce il primo, vero, sussulto della gara. Mette in mostra la consueta prestazione ordinata, tanto filtro in mediana senza disdegnare – come ribadito – la propria presenza in proiezione offensiva.

Hamsik 6: Il forfait last-minute di Insigne lo costringe all’impiego nel ruolo atipico da esterno offensivo. Lo interpreta a modo suo, svariando su tutto il fronte d’attacco cercando in più occasione le vie centrali. Garantisce alla manovra il consueto fosforo e ed un importante apporto senza palla. Gli avversari non gli risparmiano un trattamento di particolare riguardo.

(Dal 68′ Hysaj sv)

Callejon 5,5: Unico superstite del tridente dei titolarissimi dell’attacco partenopeo in terra belga, si disimpegna da falso nueve nella più classica tradizione iberica. Per una frazione di gara galleggia tra quelli che son sospesi, qualche appoggio interessante, prova a più riprese lo scarico per i compagni, senza mai però trovare gloria tra le maglie della retroguardia belga. Più vivo nei secondi 45′ di gioco, dove si rende pericoloso con un paio di battute a rete. Lontano comunque dagli standard eccellenti delle prime quattro uscite in Europa League.

(Dal 76′ Ghoualm sv)

El Kaddouri 5,5: Non è un ritorno a casa qualsiasi, soprattutto in questo particolare momento storico, per il classe ’90 di Bruxelles. Approccio alla gara da fulcro, protagonista della manovra. Giostra sulla corsia mancina con licenza d’accentrarsi e far male tra le linee della difesa di Preud’Homme. Allenta la morsa alla distanza. Le sue giocate da regista offensivo sono una chiave importante dello spartito azzurro al Jan Breydel ma non sempre le soluzioni sono precise come nelle intenzioni dell’ex Torino.

Sarri 6,5: Doveva confrontarsi con il palcoscenico europeo, lo ribadiremo fino alla noia. Punteggio pieno dopo cinque gare, qualificazione e primo posto con due gare d’anticipo. Diciassette goal fatti ed una sola rete subita. A Brugge cambia, giocoforza, otto elementi e la resa resta sempre convincente. Quello del Jan Breydel si dimostra un test probante, con ottimi spunti concessi da tanti giocatori meno utilizzati. La linea difensiva è un piccolo gioiello, movimenti all’unisono, una linea a quattro alta e precisa nella quale gli avanti di Preud’Homme difficilmente riescono a raccapezzarsi. L’impronta di gioco è ormai una costante, nonostante cambino diametralmente gli interpreti, una filosofia ormai assorbita dall’intero gruppo a sua disposizione. Il Napoli onora la competizione, aldilà delle contingenze, il miglior modo per tuffarsi nel palpitante monday night del San Paolo contro l’Inter.

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