Altro che Higuain-dipendente, questo Napoli è composto da ventitre titolarissimi capaci di far sempre bene

“Il Napoli è Higuain-dipendente, se il Pipita non gira, la squadra fatica”. È una frase che capita di sentire in giro, perché quando hai un grande calciatore come Gonzalo Higuain è anche normale: per Dante, incontestabilmente, sarebbe lui il Primo Mobile di questa squadra. Citazioni letterarie a parte, il valore del Pipita non si discute, ma nemmeno quello della rosa può essere messo in dubbio, in nessun momento, è la vittoria sul Mitjylland lo dimostra senza mezzi termini.

Contro il Genoa Higuain era rimasto “ingabbiato” dalla rete costruita ad hoc per lui da Gasperini, ma il Napoli ha prodotto in quell’occasione ben undici azioni da goal, che chiunque avrebbe potuto finalizzare, con un po’ di fortuna in più. Contro il Midtjylland, col Pipita in panchina, ci hanno pensato El Kaddouri, Gabbiadini, Callejon e Maggio, a dimostrazione del fatto che, quando c’è qualità, la squadra gira comunque. A maggior ragione quando c’è un gioco che regge, dalla base, l’intero gruppo. Questo Napoli, con tanti interpreti diversi, sa cosa deve fare, come e quando farlo e soprattutto sa essere concreto. Una squadra cinica e concreta, concentrata sempre, con una propria identità e con una propria mentalità, a prescindere da ogni calciatore e finanche dal suo campione più importante, quel Gonzalo Higuain che, con tutti, ha sposato questo nuovo progetto ed ha cominciato a divertirsi come non mai prima nel corso della sua carriera.

Il Napoli è un rullo compressore, che vince con una facilità impressionante, con un’aggressività straordinaria, con una condizione fisica a livelli eccelsi. Il Napoli dipende dal bel gioco dei suoi interpreti, mai banali, mai prevedibili, sempre organizzati, sempre schierati in campo con la testa alla partita e all’avversario. Al di là dell’undici titolare, la squadra sa sempre cosa deve fare e come ottenere risultati che, fino a prova contraria e contro tutto lo scetticismo iniziale, stanno arrivando e nessun obiettivo, a questo punto, è impossibile. Perché è un Napoli che dipende da tutti i suoi interpreti, una squadra che, mai come questa volta, ha tutti titolarissimi.

GENNARO DONNARUMMA

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