Identità e lucidità, gli ingredienti per un colpo di Stato

Annebbiati ma vivi. Non è questione di maltempo, non lo è ancora almeno. E’ solo una leggera sensazione di fatica che traspare dall’ultima trasferta in terra ligure. Il Napoli non ha mai smesso di lottare su ogni pallone, eppure qualche battuta a vuoto c’è stata. Fisiologica, ovviamente, se si pensa all’inizio a tavoletta della squadra di Sarri. Ma che non va presa sotto gamba. In ogni caso, un calo atletico che non ha impedito all’undici partenopeo di terrorizzare anche il tifo gemello fino al 95’.

La stanchezza, come già sostenevo la scorsa settimana, è allo stato attuale l’unica avversaria capace di arrestare la corsa del Napoli. Così come stiamo imparando a comportarci con le piccole del nostro campionato, anche questa rivale di secondo livello non va sottovalutata. Perchè pare gestibile a tuo piacimento e all’improvviso ti infila di rimessa. Hanno pagato dazio in lucidità gente come Hamsik e Callejon, esplosivi dalle polveri bagnate. Quello scooter a quattro tempi che risponde al nome di Hysaj si è visto sorpassare troppe volte sul suo lato da un Perotti in versione Yamaha. Perfino Allan, pur lottando fino allo stremo delle forze, si è dovuto arrendere sfinito. Lui che solitamente ringhia anche sulle signore anziane per salire prima sull’autobus. Nessuna catastrofe, sia chiaro, ma qualche campanello d’allarme è suonato. Se poi aggiungete il terreno di gioco di Marassi, che solo un effervescente Ferreno in preda ad allucinazioni vede in ottime condizioni, il rischio di frittatona era davvero alto.

La creatura dell’uomo venuto da Bagnoli, però, ha ormai assunto una sua identità. Può soffrire, può andare in affanno, può sbagliare qualche gol di troppo per frenesia o mancanza di freddezza. Ma non si disunisce mai e, in buona sostanza, lascia quasi sempre Pepe Reina inoperoso. “18 persone sono capaci di fare un colpo di Stato”, ha replicato oggi Sarri in conferenza a chi alludeva ad un uso un po’ centellinato delle sue pedine. E’ vero, fondare un nucleo sul quale appoggiarsi per ogni evenienza crea certezze ed è più facile concretizzare le proprie idee. Ma in un cammino sempre più logoro e frastagliato, servirsi di forze fresche agevola il raggiungimento della meta. Certo, devono essere reclute mature per la battaglia, altrimenti saranno solo d’intralcio.

La paura che gli altri componenti della rosa siano ancora un po’ acerbi per determinati obiettivi sta cristallizzando le scelte del tecnico toscano. A questo vanno annodate le eventuali variazioni tattiche con la mutazione degli interpreti. Questi timori sono perfettamente sintetizzati da Gabbiadini: il Napoli perde equilibrio con lui sulla fascia destra e inoltre il Manolo di domenica non fa altro che alimentare i dubbi sulla sua debole personalità. E così si finisce per strizzare al massimo Josè Callejon prima di stenderlo al sole.

La coperta è corta, soprattutto a centrocampo, questo è un dato di fatto. In alcuni casi, però, si potrebbe osare. David Lopez e Valdifiori, nello scacchiere di oggi, sono considerati degli onesti rincalzi. Tuttavia c’è un El Kaddouri che scalpita, elegante e volitivo nelle uscite di coppa, che magari potrebbe far rifiatare un Hamsik quasi stakanovista. Un altro elemento che sta spendendo molto è l’algerino Ghoulam, in un ruolo tra i più dispendiosi nel 4-3-3 sarriano. Per fortuna Strinic sembra stia limando le sue lacune tattiche e già domani dovremmo vederlo all’opera. Infine, una raccomandazione scritta anche per Chiriches. Albiol e Koulibaly sono nel loro migliore periodo in azzurro. Ma sappiamo bene come un affaticamento potrebbe destabilizzarli anche sul piano della fiducia acquisita. Il ragazzone rumeno prelevato in estate dal Tottenham non ha certo disdegnato nelle apparizioni finora e andrebbe sfruttato con maggiore convinzione.

Valorizzare al massimo il proprio organico è certamente l’intenzione a lungo termine di Maurizio Sarri. Se si tamponano con maestria le falle presenti, è chiaro che poi durante il mercato di gennaio il lavoro di manutenzione è obbligatorio. Sempre che si voglia competere per traguardi luminosi. E lo stesso allenatore, sempre a capo chino ed obbediente nei confronti delle indicazioni provenienti dall’alto, ora pare sottolineare qualche esigenza in determinati ruoli. Rivendicando in maniera sommessa il fantastico lavoro svolto da luglio ad oggi. E il suo fare schivo ma diretto è indubbiamente molto apprezzato.

Domani sera, per il ritorno contro i danesi del Midtjylland, da più parti si sta spingendo per un turnover massiccio. I cambiamenti sono necessari, ma le rivoluzioni di punto in bianco non hanno mai pagato. C’è un primo posto da mettere in ghiaccio, proprio perchè le altre due gare saranno poi in concomitanza con le sfide da brivido contro Inter e Roma. Allora si pensi a timbrare il pass per i sedicesimi e alleggerire così il peso nello zainetto da trascinare fino a Natale. Sarebbe un modo per incoronare il primo colpo di stato dell’uomo venuto dal basso e capace già di mettere tutti in riga.

Ivan De Vita

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