Le pagelle di Napoli-Palermo: il Derby delle Due Sicilie è un monologo azzurro. Higuain spaziale, Albiol una colonna, Jorginho chirurgico. Mertens e Callejon…

Reina 6: Più di un’ora per sporcarsi i guanti e gestire un paio d’uscite. Breve parentesi in una gara in cui i compagni gli permettono di assistere ad uno spettacolo di livello encomiabile.

Hysaj 6,5: Lazaar è controparte insidiosa, sgusciante e che in riva al Golfo ricordano bene. Gli squilli al cospetto del mastino di Scutari sono ridotti al lumicino. Impossibile spuntarla con il classe ’94 ex Empoli. Quando deve non fa mai mancare cross e spinta sulla sua fascia di competenza.

Chiriches 6,5: Koulibaly deve tirare il fiato ed il capitano della Nazionale romena risponde presente con la solita, imperscrutabile, sicurezza. Bene sia nel giostrare da contraerea sui palloni alti che nei tackle, dove anche quando al limite, non difetta nella precisione.

Albiol 7: Guardia sicura sulle percussioni rosanero. Concentrato nel suo consueto ruolo di collante, guida della linea a quattro, accorto nelle chiusure in raddoppio. La marcatura su Gilardino è chirurgica, qualunque angolo di luce è spiraglio lontano per il numero undici palermitano. La nuova gestione tecnica ha riconsegnato al gruppo un suo lìder silenzioso, giocatore completamente ritrovato.

Ghoulam 6: Gli esterni del Palermo sono completamente schiacciati nella propria metà campo, l’ex Saint’Etienne approfitta delle contingenze per arare con continuità l’out mancino proponendosi in costante sovrapposizione ai movimenti di Insigne.

David Lopez 6: Essenziale negli interventi, puntuale nel tenere tempi e posizioni a metà campo. Fare cadenzato e flemma da metronomo consumato, uomo d’ordine al quale Sarri può, quando doveroso, affidare un posto a metà campo con tranquillità.

(Dal 62′ Allan 6,5: Mezz’ora per spegnere qualsiasi velleità rosanero nel finale. Ruba palloni con la solita ingordigia ed è sempre pronto a proporsi in avanti. A tutto campo, come prassi nelle corde del centrocampista carioca.)

Jorginho 7: Una distrazione: giocando male su Reina, un’eccezione negli ennesimi 90 minuti fatti di fosforo e sostanza. Un moto perpetuo, ciclico nel disimpegnarsi tra la fase di non possesso e quella di costruzione. Chirurgico nel breve, non spreca mai un pallone, sempre attento nel chiudere i varchi giusti quando c’è da opporsi alla mediana di Iachini.

Hamsik 6,5: Il Palermo è da sempre preda particolarmente prediletta del capitano azzurro e fin dai primi scampoli di gioco marcia a ritmi serrati, sempre propositivo nel dettare la giocata o cercare l’insidiosa conclusione a rete. Una prestazione a tutto campo che si prolunga per l’intero arco dei novanta minuti vissuti sul rettangolo di gioco.

Callejon 6: Pendolo azzurro a scandire equilibrio e certezze sulla destra, punto di riferimento in entrambe le fasi di gioco. Affonda e difende, spinge e ripiega fino allo stremo, fino al cambio. Fin troppo altruista sotto rete, quando ci prova trova un reattivissimo Sorrentino.

(Dal 76′ El Kaddouri sv.)

Insigne 6,5: Non aveva bisogno di riposo, la sfida di stasera l’ha ribadito in maniera particolarmente puntuale. Solo la sorte gli nega la gioia del goal, per il resto la prestazione del folletto di Frattamaggiore è un sussulto di accelerazioni, spunti, uno-due sul velluto con Gonzalo Higuain. Un crescendo continuo fermato solo dalla sostituzione.

(Dal 65′ Mertens 7: Frenesia, rapidità e purissima tecnica individuale. Uno spartito ormai frequente negli ingressi a partita in corso del numero 14 di Leuven. Imprendibile fin dal suo ingresso in campo, sciorina circa mezz’ora di calcio a ritmi insostenibili per gli avversari. Un goal, un palo ed un furore misto a rabbia da esplodere fragoroso.)

Higuain 8: Ogni affondo, stacco, progressione è estasi per la platea di Fuorigrotta. Bomber affamato, famelico, ed è ciò che ruba più l’occhio e solletica il palato del pubblico, perché le peculiarità tecniche del delantero azzurro non sono mai state minimamente in discussione. Il goal con cui sblocca la gara è una perla: un destro devastante, quasi da fermo, che s’incasella nell’angolo a incrociare senza lasciare alcuna speranza al solito, ottimo Sorrentino. Un gioiello a premiare una gara, dicevamo, di cuore, agguantando palla a metà campo e caricandosi la squadra sulle spalle. Quando indossa le vesti del tessitore, al servizio dei compagni, danza letteralmente sul pallone. Trascinatore a 360° unico nel suo genere.

Sarri 7: La sfida contro il Palermo come ennesimo banco di prova, esame superato a pieni voti. Quinta vittoria consecutiva in campionato, nove vittorie ed un pari nelle ultime dieci, un cingolato a sconquassare le difese di qualsiasi undici si pari dinanzi alla marcia azzurra. I novanta minuti contro il Palermo sono un monologo all’insegna del gran calcio, dell’equilibrio matematico tra i reparti che sfocia in una retroguardia impermeabile e una fase offensiva in grado di creare pericoli ad ogni piè sospinto. Un ritmo a tratti insostenibile che si abbina a fraseggio e sapienza tattica. Difesa ancora imbattuta con Reina spettatore non pagante, una mediana che gioca a memoria e in attacco l’incanto a esaltare una piazza ormai follemente innamorata di gruppo e progetto.

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