La rinascita di Callejòn: cecchino implacabile, tatticamente inafferrabile

José Maria Callejòn è un uomo innanzitutto dalla buona memoria. È che ci vorrebbe un’intera agenda, di quelle tascabili, per arrivare puntuale coi pensieri a ciò che lui giostra con i piedi. Attaccare, poi però ripiegare. Infine, in successione: diagonali, ripartenze, verticalizzazioni. Più precise, meno precise: quello poi dipende anche da come ci si arriva, su quel pallone.

José Maria Callejòn è poi un uomo abbastanza efficace. Sia nella vita, che in campo. La sua rincorsa al mondo, Sarri l’ha trasformata in corsa disciplinata e attenta. Puramente tattica. Che non è per forza una brutta parola, anzi: è poesia allo stato puro. È sacrificio, è donare se stessi agli altri. Ecco: alla sua squadra, in questo caso.

SACRIFICIO – Ma l’infamia del lavoro sporco è che spesso nessuno se ne ricorda, o peggio ancora: che talvolta nessuno lo noti. Callejòn non è una primadonna, però certe attenzioni non gli sono mai dispiaciute. È la natura dell’uomo, del resto. Prendersi i complimenti e sentirsi a qualche centimetro da terra dopo aver fatto un buon lavoro. Maurizio Sarri, tuttavia, è il tipo di allenatore che quel “bravo” te l’abbozza, salvo poi riempirti di paroloni e dettami che se non si è dentro, se non si è pienamente disponibili, proprio non riescono ad arrivare. Questione di verve, quella del castillano. Che ha accettato di restare anche quando non sembrava esserci più spazio. E che ora si è ripreso il Napoli, ancora. Ma non solo con le prestazioni, bensì con l’atteggiamento. Tutt’altra roba.

ATTEGGIAMENTO – Già, l’atteggiamento. Evidenziato con mille colori nei punti a favore di Sarri, proprio a braccetto con la mentalità: anche qui, cambio epocale. Pazzesco. Perché tutto è mutato in qualcosa di così bello, che un po’ inizia a spaventare: in fondo, un conto è fare da outsider, un altro è dover mantenere aspettative altissime. José, dal canto suo, ci mette tutto. Pure di più. E vola con una corsa finalmente sensata, e cresce da leader proponendosi ad altissimi livelli in entrambe le fasi. E infine mantiene quel vestito da cecchino con una lucidità che ancora adesso fatica a trovare una dimensione tra le cose reali e concrete. Ma dove trova le energie? Banalmente, lo stupore ha saputo attraversare tutti. Anche il suo allenatore.

UNICO –  Dalla verve, al talento. Purissimo. Senza spirito di sacrificio, senza la voglia e la volontà di immergersi nel mondo di Sarri, probabilmente non ci sarebbe questo Callejòn. E forse, chissà, non ci sarebbe neanche questo Napoli: che sul sette punta tanto, forse addirittura troppo. È infatti preoccupantemente palese: non c’è in rosa un altro giocatore così quadrato ed inquadrato, cinicamente spietato nel rincorrere il prossimo e nello scalfire le difese avversarie. No, non c’è: e probabilmente non ce ne sarà a breve. Perché il segreto di José e come quello di Pulcinella: si chiama lavoro. E lo sanno tutti, ma nessuno lo sa come lui.

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Cristiano Corbo

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