Le pagelle di Napoli-Fiorentina: sofferenza e trionfo al “San Paolo”. Higuain e l’augurio di Sarri, Allan è un vulcano. Insigne, Hamsik e Koulibaly…

Reina 7: Blaszczykowski chiama al quarto d’ora con un destro radente dal limite dell’area, l’estremo difensore di Cordoba risponde a modo suo: plastico e deciso nell’allungarsi e ad opporsi con la mano destra. Replica d’autore nel secondo tempo, sicuro in uscita, chiude ogni varco al numero nove ex Dnipro.

Hysaj 6,5: Dalle sue parti staziona Marcos Alonso, l’esterno mancino più in palla in questo primo scorcio stagionale. Il classe ’94 ex Empoli tiene bene botta nella fase di maggior vigore dei viola dispensando tanta quantità. Alla distanza riesce anche a garantire un discreto apporto in fase di spinta. Poco accorto, dividendo le colpe con Koulibaly, in occasione del bruciante scatto di Kalinic per il momentaneo pari viola.

Albiol 6,5: In continuità con la costante crescita delle ultime giornate, guida sicura per la retroguardia partenopea. Tiene bene la linea, ad eccezione del pari dove si scopre per opporsi agli avanti viola, garantendo spazi minimi ai trequartisti avversari. Vicino al goal con un pericoloso inserimento.

Koulibaly 6,5: Perde colpevolmente l’attimo, lasciato di sasso dal guizzo di Kalinic, sul momentaneo 1-1 degli uomini di Sousa. Reprimenda dovuta di Sarri per il centrale di Saint-Diè-des-Vosges. Unico neo in una prestazione che per larghissimi tratti rasenta il monumentale. Irreprensibile in anticipo, perfetto in numerose chiusure, attingendo spesso e volentieri alle maniere forti. Un muro invalicabile per Kalinic e compagni, ad eccezione dei “cinque minuti” su cui è chiamato ancora a lavorare a dovere.

Ghoulam 6,5: Blaszczykowski con l’algerino non la spunta mai, segno della crescente sicurezza anche in fase difensiva. Sempre insidioso quando ha modo di esprimere gamba e spunto sulla fascia sinistra, soprattutto nella seconda frazione di gara.

Allan 7: Il duello con Vecino è connubio di agonismo e ritmi elevatissimi a metà campo. Minimi gli errori in impostazione, tanta qualità e quantità. Il brasiliano è ancora una volta – come piacevole abitudine – il punto di riferimento azzurro nella zona nevralgica del campo. Quando va in percussione è ossigeno puro per i compagni di squadra, ansia, affanno, per gli uomini di Sousa che sono costretti ad andare oltre il regolamento in svariate fasi di gioco.

(Dal 91′ David Lopez sv.)

Jorginho 6: Fin dalle primissime battute di gara la mediana partenopea è sottoposta ad una pressione forsennata da parte dei dirimpettai viola, l’italo-brasiliano ha il merito di tenere le redini nei limiti del possibile con un contributo prezioso in fase di contenimento. Tanta attenzione, costante applicazione da metodista puro, la precisione in fase di impostazione quest’oggi, però, non è quella delle ultime uscite.

Hamsik 7: Una prima frazione di gara in sofferenza, cercando di arginare l’indiavolato pressing avversario. Più accortezza agli equilibri, piglio da leader, da lottatore vero; a discapito dello spunto in avanti: emerso solo con un destro violento da fuori al ventesimo di gioco. Registro ribaltato nei secondi quarantacinque minuti di gara, bastano poco più di quaranta secondi al capitano azzurro per trovare l’intuizione: testa alta e tracciante preciso a pescare in sincrono il movimento di Insigne per il vantaggio partenopeo.

Callejon 6: La fascia destra partenopea è costantemente sollecitata dall’encomiabile spinta viola. Impagabile resta il lavoro del numero 7 azzurro che non molla mai di un centimetro limitando al massimo i danni nella sua zona di competenza. Il costante lavoro in fase di ripiegamento ne limita la lucidità negli ultimi venti metri dove la verve non è quella delle passate annate, ma arriverà.

Insigne 7: L’esame viola non è dei più semplici, memore anche di cattivi ricordi. Per un tempo è schiacciato dalla morsa di Blaszczykowski e Tomovic non riuscendo a dare sfogo al proprio repertorio, latita lo spunto, difetta l’inventiva. Diretti avversari, però, lasciati totalmente di sasso agli albori del primo minuto del secondo tempo: scatto felino a sfruttare l’invito d’incanto di Hamsik e destro in buca d’angolo su cui Tatarusanu in tuffo non può nulla. Tripudio del pubblico del San Paolo che muta in ovazione all’uscita dal campo all’ora di gioco.

(Dal 60′ Mertens 6: Quindici minuti in agrodolce prima della prematura sostituzione causa infortunio. Divora un goal praticamente fatto a porta spalancata, rimedia con un assist preciso ad imbeccare lo scatto di Higuain in occasione del raddoppio partenopeo.)

(Dal 77′ El Kaddouri sv.)

Higuain 7,5: La retroguardia disegnata da Paulo Sousa è arcigna, ai limiti dell’agonismo. Il Pipita attende l’occasione giusta, la prima è proprio allo scadere del primo tempo ma il suo stacco ha poca fortuna. Nel secondo tempo allarga in più occasioni il proprio raggio d’azione, il risultato evidente è una fase d’attacco che fruisce di un regista offensivo unico nel suo genere. Poi la caccia diviene fruttuosa, prima Tatarusanu si oppone bene a una sua conclusione dal limite, non può nulla poco dopo quando il delantero azzurro punta la porta dopo uno stacco bruciante e griffa raddoppio e tre punti di platino.

Sarri 7: Il suo gruppo doveva saper soffrire, l’ha fatto. Senza snaturare la propria idea di gioco, continuando a macinare gioco anche dopo il raddoppio. Tiene la rotta quando la pressione avversaria è degna di una tempesta in mare aperto per poi esplodere in tutta la propria qualità. Bene la linea difensiva, ad eccezione di un’unica sbavatura, celestiali gli avanti azzurri quando riescono a trovare le misure della retroguardia avversaria. Il percorso di crescita continua ed anche quello da profeta: “Spero che Higuain sia decisivo…”. Detto, fatto.

 

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