Entusiasmo ad orologeria

I cambiamenti d’umore nuociono alla salute. Un po’ come gli sbalzi di temperatura. Caldo-freddo, freddo-caldo. A Napoli, dove il freddo è sempre piacevolmente timido, i sussulti repentini sconvolgono la quotidianità. Se poi si riversano sulla maglia azzurra, si sa, è tutta la struttura ad avere un equilibrio precario. Quell’equilibrio che domenica pomeriggio scaraventerà migliaia di tifosi ringalluzziti e baldanzosi tra i sediolini del San Paolo, all’inseguimento di un sogno divenuto realtà. Quell’equilibrio che, fino ad un mese fa e nel malaugurato caso di un filotto storto in futuro, ripiomba facilmente nel male di vivere innescando la solita caccia alle streghe.

De Laurentiis, di riffe o di raffe, patendo anche qualche scivolone (soprattutto mediatico), la sua promessa di crescita sta provando a mantenerla. La piazza, nel suo piccolo, non crede sia giunto il momento di sottoporsi ad un esame di coscienza? Dove si trova la forza di superare i periodi difficili o la lucidità di volare bassi  dopo serate epiche, se i primi a scavarci la fossa siamo proprio noi?

La metamorfosi vissuta dopo il roboante 5-0 ai danni del Bruges non appartiene solo alla squadra, ma a tutta la cornice cittadina. Gli spalti semi-deserti che hanno ospitato la Samp alla seconda giornata lasciavano l’amaro in bocca. Ciechi assertori della corrente anti-aureliana, quella che incriminava la sua politica del risparmio e del ridimensionamento, si è scelto di voltare la faccia alla propria passione, da sostenere a prescindere da chi la rappresenti in un determinato periodo storico. Al cuore non si comanda. E’ questo il motto del napoletano doc, quello che ha sopportato mille peripezie dalla n.10 argentina in poi. Non l’altezzoso che pretende di vincere e ricatta sè stesso. Perchè abbandonare la tua amata solo per un capriccio non cancella il dolore per averla persa.

Tutto l’impeto rivoluzionario, paradossalmente, si è sgretolato con le risposte più che incoraggianti dei calciatori e di un allenatore nel quale, diciamoci la verità, nessuno aveva creduto. Scelta comoda, non vi pare? Saggia, invece, si è rivelata quella del presidente De Laurentiis ad inizio stagione. Don Aurelio non è un vate, certamente, perchè il suo tornaconto non va sottovalutato. Ma è imprenditore che sa il fatto suo ed è un uomo fortunato. La sorte e l’occhio lungo gli hanno fatto virare su Sarri, così come lo spinsero verso Edinson Cavani: nemmeno la Sibilla Cumana avrebbe profetizzato 104 gol in tre stagioni per il Matador. Con il tecnico di Bagnoli si è rimossa la parola internazionalizzazione, si sono circoscritte le promesse. Un riavvolgimento del nastro per assottigliare le aspettative, non un indebolimento. I tifosi disattenti o attenti solo a leggere i titoloni dei giornali, hanno deciso di ribellarsi prima ancora che il nuovo mister mettesse piede a Dimaro. Tornando ora mestamente sui propri passi. Senza imparare nulla da quest’ennesima lezione, purtroppo.

Chi invece sta imparando qualcosa dal nuovo corso sono proprio i nostri beniamini. Molti affascinati dalla barba incolta di un uomo di campo. Campi di periferia, sia chiaro. Onesto e verace. Insieme a lui tanti elementi di ottima qualità stanno assimilando il concetto di squadra, dell’importanza di essere al servizio l’uno dell’altro. L’umiltà e lo spirito di sacrificio che rende fertili le terre incolte, puntando ad un raccolto davvero inatteso. L’equilibrio tattico e mentale di questo gruppo lo rende felice di scendere in campo e battersi contro chiunque senza esclusione di colpi. Questa, finora, la grande vittoria di Sarri. Un successo che assumerebbe proporzioni straripanti se il mister toscano riuscirà a trasmettere entusiasmo e pacatezza anche alla gente per strada o seduta davanti alla tv.

Tra quattro giorni due bombe di entusiasmo ad orologeria pronte ad esplodere saranno una di fronte all’altra nel teatro di Fuorigrotta. All’apparenza nulla può essere definitivo a metà ottobre, ma tanto meno fuorviante. In sostanza, a dire il vero, quel timer fa trattenere il respiro. Perchè, ad ogni modo e con qualsiasi risultato, la deflagrazione sarà devastante. Trovare un equilibrio poi, tra mille frantumi di due città così calorose, non sarà così semplice.

Ivan De Vita

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